DI BARBARA LEZZI
“I documenti non si spiattellano così”.
Con queste parole il PD ha spiegato la sua dura opposizione per impedire che la città di Milano conferisse la cittadinanza onoraria ad Assange e per non far passare nessuna contrarietà all’estradizione.
Questi son quelli che si definiscono progressisti, che si schierano (solo a parole) a favore di tutti i diritti.
Sono quelli che, essendo senza idee e senza ideali, si presentano come quelli buoni a sconfiggere quelli di destra.
Continuano a mancare concrete ragioni per preferire gli uni agli altri. Perché nessuno dei due fronti, solo ipocritamente contrapposti, vuole comprendere quanto sia stato prezioso il lavoro di Assange che ha reso noti crimini di guerra. Lo stesso genere di crimini che ora si condanna. Anzi, data l’avversione per Assange e per il suo impegno, si finge di condannare.
Il voto di ieri a Milano e il silenzio dei vertici di oggi è un autentico affronto al diritto di essere informati.
Onore al coraggio di Julian Assange che, forse, non credeva di essere abbandonato da chi sbandiera la libertà la democrazia. È chiaro che son solo parole.
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