DI ANTONELLA PAVASILI
L’immensità di piazza San Pietro deflagra.
Spacca cuore, anima, sensi e testa.
Scava, fruga, rimescola e infine pesca un ricordo sepolto sotto la coltre degli anni.
Erano da poco passate le tre del mattino di un giorno di settembre siciliano, a breve sarebbe iniziato un nuovo anno scolastico ed era già tutto pronto.
Come pronta era la macchina che ci aspettava sotto casa per quell’avventura di fine estate.
La vecchia, enorme, Mercedes celestina di papà, lavata e tirata a lucido, i bagagli già nel cofano, le immancabili coperte di lana (che non si sa mai, in viaggio potrebbero servire…), i cuscini sui sedili posteriori, la scorta di panini, merendine, acqua, caramelle.
Tutto pronto, si parte.
Si va a Roma per la visita oculistica della piccola e parte tutta la famiglia.
Sarà un’occasione per far vedere Roma alle ragazze.
In macchina, prima di mettere in moto, il segno della croce, mio papà lo faceva sempre quando facevamo un viaggio.
E via, verso Messina.
E poi il traghetto, lo Stretto ancora buio e morbido e dannatamente profumato di mare e sogni e speranze.
E poi Villa San Giovanni e l’autostrada.
E quella macchina targata Messina che ci sorpassa e ci saluta strombazzando solo perché anche la nostra era targata Messina, e l’autogrill coi biscotti Togo e i Cipster, e i nostri sonnellini sul sedile posteriore, e il cicaleccio incessante di mia mamma (per tenere sveglio papà…diceva lei…mentre papà si teneva il capo fingendo un mal di testa atroce) e poi Julio Iglesias incessante con Pensami, Manuela, Se mi lasci non vale…
E tutti a cantare insieme.
E poi la maestosità di Roma.
E i nostri nasi incollati al finestrino e gli occhi che non bastano a veder tanta bellezza.
E i ristoranti con l’amatriciana per papà, l’osso buco per mamma e la pizza per noi.
E gli scherzi a tavola.
E domani si va a San Pietro, perché non si può andare a Roma senza andare a San Pietro.
Ma che scherzetto mi hai fatto San Pietro.
Ho svoltato l’angolo e mi hai travolta.
Un fiume in piena, ricordi, profumi, dettagli.
E nostalgia.
In macchina la mia amica mi chiede.
Niente, sono tornata indietro a più di quarant’anni fa.
La mia voce si incrina, ingoio un quartino di lacrime e poi sorrido.
Grata per ciò che ho avuto.
Un viaggio in macchina con tutta la mia famiglia, a Roma, e a San Pietro.
E penso che ogni bambino dovrebbe avere un viaggio in macchina con tutta la famiglia.
E con le merendine, gli autogrill, i biscotti Togo, i Cipster e persino Julio Igleisas.
Che canta incessantemente.
Pensami…tanto tanto intensamente…
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La foto l’ho scattata io e chiedo perdono ai miei amici fotografi.