DI LIDANO GRASSUCCI
Qui su, su queste montagne sono nate tante cose, ma quella che rende diversi tra mille difetti è l’accettare l’altro anche quando sbaglia…”se era bono era i nostro, ha iscito malo è gli nostro ugualo”. Ha senso anche il luogo: l’auditorium di Sant’Angelo, una delle “mille” chiese (quasi più degli abitanti) che insistono a Sezze.
Qui la guerra ci è passata e di maggio, il 21 maggio del 1944, Sezze fu bombardata, morirono 71 persone, poi tanti ragazzi setini non tornarono da sciagurate guerre di conquista in quasi tutti i continenti, e la generazione prima di loro ebbe tanti che restarono per sempre sul Carso.
Pietà e segni della guerra. Serve la cornice per un grande piano. Il sindaco di Latina, Damiano Coletta, il sindaco di Sezze, Lidano Lucidi, quello di Maenza Claudio Sperduti, quello di Pontinia, Eligio Tombolillo, il presidente della Compagnia dei lepini Quirino Briganti si sono visti, su iniziativa dell’associazione Setiam qui, l’incontro era presieduto dalla presidente dell’associazione Paola Di Veroli, per parlare di pace. Il modello era quel Giorgio La Pira sindaco (e santo) di Firenze che in tempi di guerra fredda andò oltrecortina per parlare non del giusto o del torto, ma della pace.
Papa Giovanni XXIII si rivolgeva non ai giusti, agli orchi, non ai suoi, non ai fedeli ma “agli uomini di buona volontà”. E qui a Sezze le vie del Signore sono la strada grande, ma anche mille vicoli, da percorrere ciascuno a suo modo per giungere sempre alla luce.
I sindaci hanno illustrato e presentato un bisogno di pace che viene dalle comunità, hanno delegato il sindaco di Latina Damiano Coletta e la presidente Paola Di Veroli di sviluppare il documento da condividere anche con gli altri sindaci pontini da presentare al presidente del parlamento europeo.
Per un poco Sezze è diventata attrattore di politica e non ripetitore delle politiche che vengono da altrove. Una antica capitale che riscopre l’orgoglio di essere capace di azione.
LA BOZZA DI DOCUMENTO DEI SINDACI PONTINI PER LA PACE
La guerra è inadeguata. Il negoziato è inevitabile. La morte è inaccettabile. Le mancanze sono incolmabili.
Gli amministratori delle Città devono muoversi in prima persona per evitare i conflitti e affermare il
principio della diplomazia.
Vogliamo fornire un contributo per rafforzare le iniziative della diplomazia italiana al fine di coagulare la
diplomazia europea per smuovere la diplomazia planetaria. L’invasione da parte della Federazione Russa di
uno stato sovrano è inaccettabile; l’Ucraina ha il diritto di difendersi e preservare la propria integrità
territoriale ma la guerra resta inadeguata a risolvere qualsiasi controversia e va abolita dal vocabolario della
lingua moderna.
Le città, come diceva La Pira, possono diventare “soggetti creatori della civiltà nuova dell’Europa e del
mondo”.
L’auspicio è che il nostro appello sia raccolto dall’Associazione dei Sindaci per la Pace per una iniziativa più
ampia che abbia lo scopo di far crescere e sviluppare una pluralità di attività diplomatiche in grado di
acquisire un vasto appoggio mediatico, il sostegno dei parlamenti europei, che coinvolga finanche i premi
Nobel per la Pace.
L’inadeguatezza della guerra a risolvere i conflitti e l’inevitabilità del negoziato devono stimolare e
governare la fratellanza dei popoli.
“I teoremi sono due: in un versante c’è la distruzione della Terra e dell’intera famiglia dei popoli, il suicidio
planetario. Nell’altro versante c’è la millenaria fioritura della Terra e dell’intera umanità che la abita.
Fioritura carica di pace, di civiltà, di fraternità e di bellezza, la fioritura messianica dei mille anni intravista
da Isaia, da Ezechiele e da san Giovanni. I popoli di tutta la Terra e le loro guide politiche e culturali sono
oggi chiamati a fare questa suprema e irrecusabile scelta. Tertium non datur» (Papa Francesco).
Con questo monito di Giorgio La Pira rilanciato da Papa Francesco, può e deve partire una iniziativa più
ampia che coinvolga tutti gli amministratori, nella consapevolezza che la pace è irrinunciabile per la
costruzione di una buona politica al servizio del cittadino.
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