DI RAFFAELE VESCERA
Ora è tutto chiaro, il Partito unico del Nord, Lega in testa con Pd e altri a seguire, va avanti a testa bassa per portare a termine il progetto di Bossi: realizzare una secessione di fatto della cosiddetta “padania”, pur restando formalmente nello Stato italiano, uno Stato che, a spese delle regioni meridionali versa a quelle del Nord 61 miliardi l’anno. Così avrà la botte piena e la moglie ubriaca, per dirla con un detto caro a certi beoni da osteria subalpina.
E’ ampiamente certificato, non solo dallo Svimez, che lo Stato italiano, da sempre, per un cittadino del Sud spende in servizi pubblici, al valore attuale, 3.000 euro in meno l’anno che per uno del Nord. 15mila euro l’anno di spesa pubblica se vivi al Centronord, 12.000 se sei un “terrone”.
Tant’è, il conto è presto fatto: 3mila moltiplicato per i 20 milioni di abitanti del Sud, fanno 60miliardi di euro l’anno in meno ai cittadini meridionali. Una cifra astronomica che solo negli ultimi dieci anni arriva a 600 miliardi di Euro in meno al Sud, pensate a moltiplicare per i 158 anni dell’Italia unita.
Le prove fisiche del “furto aggravato continuato” a nostri danno? Sono sotto gli occhi di tutti: Ferrovie western al Sud mentre il Nord viaggia a 300km l’ora. Strade da anteguerra mentre al Nord si triplicano le autostrade sullo stesso percorso. Aeroporti uno ogni 300 km mentre al Nord ve n’è uno ogni 40 km. E che dire degli ospedali del Sud costretti a mendicare, dei nostri bambini senza asili pubblici e con le scuole senza mense.
Tutto ciò si chiama “Spesa storica”, un furto “storico”, lo stesso che Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, vogliono legalizzare con l’autonomia differenziata, con il mantra che loro non chiedono un soldo in più allo Stato, ma vogliono semplicemente avere per legge quanto hanno da sempre: ovvero 60 miliardi di Euro l’anno sottratti al bisogno del Sud, i cui cittadini pur pagano le tasse e acquistando merci in gran parte prodotte al Nord contribuiscono a far crescere l’economia padana, mentre muore quella del Sud.
Noi non ci stiamo a legalizzare questo scippo che darà la mazzata finale al Mezzogiorno, storicamente depredato dal potere nordcentrico.
Fontana e Zaia, governatori leghisti del Lombardo-veneto, accusano il Sud di essere “sprecone” e di non saper amministrare i propri soldi, quali quelli della miseria?
Ci chiamano “cialtroni”, proprio loro che tra Milano e Venezia negli ultimi decenni hanno rubato innumerevoli miliardi distribuiti in tangenti sulle grandi opere: Alta velocità ferroviari al costo di 67 milioni di euro a km, fronte dei 10 spesi in Francia, sei miliardi per il Mose di Venezia letteralmente buttati a mare, due euro su tre spesi, finiti in tangenti.
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