DI LEONARDO CECCHI
Dalla folla gli gridavano “Basta, Enrico!”. Ma lui continuò fino all’ultimo. Nonostante fosse visibilmente provato, ridotto ormai al collasso, non smise di parlare. Si concesse un attimo di riposo, e con enorme fatica continuò il suo discorso.
Lo portarono via che non si reggeva in piedi. Perché Enrico Berlinguer, il 7 giugno 1984, a Padova, ebbe un ictus. E nonostante questo, non si fermò. Parlò di giovani, di donne, di lavoro. Delle battaglie che credeva giuste e che condivideva con milioni di persone. E concluse il suo comizio.
Morì 4 giorni dopo per emorragia cerebrale. Con lui se ne andò una enorme parte della Politica con la “P” maiuscola. Quella pulita, con un’etica granitica. Quella che ci credeva davvero in ciò che diceva. Quella che non si faceva scoraggiare da niente e da nessuno e che, come dimostrò Berlinguer quel giorno, non si tirava mai indietro.
Per nessuna ragione al mondo.
A lui, al ricordo di un grande uomo che fu amato da milioni di italiani di ogni fede politica, oggi il pensiero più commosso.