“LE PAROLE SONO IMPORTANTI”

DI MARIO PIAZZA

 

E grazie al cavolo, carissimo Nanni. Se le parole fossero pronunciate e scritte con attenzione e con altrettanta attenzione fossero ascoltate e lette la maggior parte delle domande che ci affliggono avrebbero già la risposta.
Prendiamo ad esempio la nostra Costituzione nella quale ogni parola è stata pesata con un bilancino da farmacista per esprimere con la massima precisione i concetti che essa contiene.
Il maltrattato articolo 11 su cui pacifisti e bellicisti si confrontano da settimane contiene la parola “ripudia” che dirime ogni dibattito. Ripudia significa ripudia e non sconsiglia, evita, condanna o altro. Ripudia… via da me, per sempre e senza appello.
C’è poi l’articolo 52 della Costituzione che usa un’altra allocuzione altrettanto perentoria e definitiva, il “sacro dovere” della difesa della patria. Un sacro dovere è qualcosa che non si può eludere per nessuna ragione al mondo, ma la parola “patria” taglia la testa al toro perché in essa convivono il territorio e il popolo che lo abita, e che il nostro territorio e il nostro popolo siano diversi e ben distinti da quelli ucraini non è cosa di cui si possa dubitare.
Dicevo prima che la risposta è sempre contenuta nel significato delle parole e, checché ne dica Mattarella, sarebbero le parole della Costituzione a imporci la più assoluta neutralità almeno sul piano militare.
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