AMERICA LONTANA DALLA GUERRA IN EUROPA HA I SUOI TIMORI IN TASCA

DA REDAZIONE

 

Inflazione americana al centro delle elezioni di Medio termine. Tra la delusione Biden e l’incubo Trump, opinione pubblica e sensibilità politica Usa molto diversa da quella europea.
“La maggior parte degli americani afferma che l’economia, in particolare l’inflazione e l’aumento dei prezzi della benzina, sono le questioni più importanti nel determinare come voteranno per il Congresso, il prossimo novembre”.
Poi criminalità, armi, aborto. Guerra in Ucraina fuori classifica.

Sondaggi-sentenza

Quella manifestata dal network televisivo ABC non è un’impressione, ma una vera e propria sentenza, perché arriva dopo un accurato sondaggio fatto d’intesa con la Ipsos. L’analisi di Hannah Demissie non lascia spazio ai dubbi, e sottolinea che solo il 37% degli americani approva la gestione della ripresa economica fatta da Biden. Che i sondaggi non sorridessero al Presidente era cosa nota da un pezzo, ma l’ABC ora ha il merito di avere disaggregato le “priorities”, cioè le ragioni principali che polarizzeranno il consenso elettorale in autunno.

‘Swing vote’, voto oscillante

È un lavoro che già i Democratici hanno cominciato a fare freneticamente, da quando i polls sul “congressional generic vote” pendono verso i Repubblicani (diciamo con un vantaggio di 3 punti, in media). La campagna elettorale si gioca su cinque-sei temi “sensibili”, che hanno una caratteristica: sono abbastanza divisivi. Per cui, chi vuole vincere, deve “pescare” al centro. O, se vogliamo essere meno condizionati dai modelli politici nostrani, bisogna “convincere” gli indecisi. Questo “swing vote”, voto oscillante, è quello che, alla fine, metterà tutti d’accordo. Hannah Demissie fa parlare i numeri che, hanno il magico appeal di zittire i politici di qualsiasi estrazione. In effetti, di fronte allo schioccare delle cifre, non c’è “disinformacjia” che tenga.

Classifica dei timori

L’80% degli americani, dice ABC, voterà ricordandosi che l’inflazione è alle stelle. E il 74% fa lo stesso ragionamento per il prezzo della benzina. “Le valutazioni di approvazione di Joe Biden per la sua gestione di tali questioni-chiave sono tutte ben sott’acqua – sostiene la ABC – suggerendo problemi per il Presidente e i candidati democratici, prima del Medio termine”. La strategia economica della Casa Bianca, viene considerata buona solo dal 37% dei cittadini. Ancora più scarsa è la percentuale di coloro che appoggiano la politica del Presidente contro l’inflazione (28%) e sul mercato della benzina (27%). È vero che l’occupazione è aumentata (+390 mila posti a maggio), ma quella si percepisce di meno, rispetto al violento impatto negativo del rialzo dei prezzi.

Economia male, pandemia meglio

ABC afferma che Biden viene giudicato positivamente (dal 56%) per la gestione della pandemia, anche se questo, secondo la Demissie, non è un argomento che porta molti voti. Le intenzioni di voto citate dal sondaggio ABC/Ipsos, pur essendo leggermente migliorate per i Democratici, danno ancora un 57 a 44 a favore dei Repubblicani. Il numero da noi dato prima (scarto minimo di 3 punti) è invece la media ponderata di tutti gli istituti di sondaggio, negli ultimi mesi, fatta da RealClearPolitics.

Ma anche armi, criminalità e aborto

Però, attenzione: il poll ABC dimostra che anche l’indiscriminato possesso di armi e il tema dell’aborto sono entrati di prepotenza nella campagna elettorale. Il 70% degli americani vuole nuove leggi che ne regolamentino la detenzione (come sostengono i Democratici). Anche se, da più parti, si sollevano obiezioni sulla politica di gestione dell’ordine pubblico. Il 63%, invece, vigila (e si mobiliterà per chiedere eventuali interventi) se la Corte Suprema, intervenendo sul caso “Roe v. Wade” dovesse cambiare la legislazione federale sull’aborto.

Classifica delle attenzioni

In conclusione, il report di Hannah Demissie, fissa una scaletta delle priorità che dovranno essere sviluppate in campagna elettorale, assegnando loro una percentuale: inflazione (21%), economia (19%), violenza armata e criminalità (17%), aborto (12%). A seguire, c’è poi la questione della permeabilità del confine sud, quello con il Messico. Colpisce, noi europei, il fatto che tra i temi al centro della battaglia politica non ci sia la crisi ucraina.

Manca la crisi ucraina

Ma questo è spiegabile. Secondo tutte le ricerche finora effettuate (una delle ultime è quella condotta dal prestigioso PEW Center) l’impegno americano è sostanzialmente bipartisan. Rispetto all’inizio del conflitto, le percentuali di approvazione si sono solo leggermente modificate. Ora il 31% dice che bisognerebbe fare di più (era il 35%), mentre per il 35% va bene così (era il 32%). Per il resto, ci sono un 22% di “agnostici” e un 12% secondo cui Washington ha fatto fin troppo. In questo momento, dunque, l’impegno americano di sostegno all’Ucraina non è argomento da campagna elettorale.

Ucraina elettorale solo in Europa

“No, i problemi di Biden sono altri. Ieri Rasmussen gli assegnava un “job approval” da minimo storico: 39 (a favore) a 59 (contrari). Il voto congressuale generico, invece, dava i Repubblicani avanti di 9 punti. L’inflazione non si vince, né con la retorica e manco con gli appelli contro improbabili “forze esterne”. Se l’economia e la finanza pubblica vanno male, qualcosa è stata sbagliata. Anzi, forse più di qualcosa”.

Di Piero Orteca

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11 Giugno 2022