VANESSA CARA,

DI ANTONELLA PAVASILI

 

sai che c’è? Ma mandiamoli tutti a quel paese!
Che poi io ’sta specie di settimanale manco sapevo che esistesse, e un po’ mi dà anche fastidio fargli nel mio piccolo un po’ di pubblicità.
Ma una curiosità mi rode.
Tra tutti quelli che si siedono intorno ad un tavolo per scegliere la foto di copertina una persona sana di mente c’è?
Una persona che si alzi e dica: ma scusate perché proprio questa? Non è venuta bene qui…
Una donna che anche solo per un attimo abbia sentito un minimo di empatia pensando a tutte le foto di m… che magari ci scatta un’amica e che noi le intimiamo immediatamente di cestinare.
O forse sono tutti strafiche e strafichi scolpiti e lucidi tipo Barbie e Ken?
O invece sono solo strasfigati invidiosi e pieni del pus maligno di chi vive una vituzza da mezza sega e non vede l’ora di vendicarsi di chi invece ce l’ha fatta?
Opterei per la seconda ipotesi.
E di tutti quei commentatori al vetriolo o ancora di più delle commentatrici dalla penna acuminata ne vogliamo parlare?
Me li immagino.
Staranno stesi al sole a farsi baciare dai raggi e a farsi strusciare dalle meduse in tutto il loro splendore.
Depositari del bene assoluto consistente nella magrezza da acciuga suttasali.
Ma andatevene tutti a fanbagno!
Mandiamoceli tutti Vanessa cara, senza passare dal via.
E godiamoci i nostri chili di troppo, coccoliamoli, amiamoli, amiamoci.
Che poi, alla fine della fiera, ciò che davvero conta è quello che ci sta dentro.
Una roba così rara e difficile da capire che ti rende unica.
La dolcezza di un sorriso, la malinconia di uno sguardo, quel velo di dolore.
Che mai nessuno ti strapperà, Vanessa mia.
E davvero vorrei abbracciarti.
Per te, per me, per tutte le altre
Antonella Pavasili
Foto web
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