DI LIDANO GRASSUCCI
Prendila come viene
Prendila come va
Stella stellina
Stella cadente
La canzone risuona dentro la testa di lei, gira, gira. Il mattino è figlio dell’aria ferma della notte dove lei si cercava nei sogni, nel dormiveglia, nel ripercorrere i giorni. Un film di lei solo per lei, con i pensieri suoi che erano liberi di esser pensieri e non necessariamente come ieri. Liberi, ma non nel volo di inconsapevoli rondini, ma nel sentirsi tremendamente se stessa. Così bella da essere fonte di amore per se. Un signore si era tolto il cappello alla grazia del suo passo, lei l’aveva notato con un sorriso che non lo dava a vedere ma con piacere. Un libro che seguiva di pagina in pagina, solo che la pagina la scriveva lei, le pagine scriveva lei. Era liberata dal peso di avere il peso del mondo entrando nel suo mondo. Si guardò alla vetrina e capì il gesto dell’uomo che si era tolto il cappello, era non Fidia, o Madonna, ma donna così dentro se stessa da essere un genio della vita che poi è l’unica ragione della vita. Ogni passo era il suo e il mondo dei pesi arrancava, il mondo della lieve brezza del mare si faceva sentire come carezza. Carezza, un gesto che non è uso più agli umani ma è rimasto solo nel vento eppure è così incredibilmente bello.
Il vento non chiedeva la si prendeva un tempo che lei volentieri cedeva.
Ai miei tempi
Non c’erano chitarre
Da suonare
Quanti ne volevi tu
Da strappare
E poi soffiare
“Amo l’umorismo sovversivo, le lentiggini, le ginocchia, i capelli lunghi delle donne, i sogni di bambini piccoli in libertà, una ragazza che corre per strada”.
René Magritte