DI NICOLA FRATOIANNI
Niccolò è un giovane archeologo romano, uno dei tanti lavoratori nel campo dei beni culturali che, in quanto tale, in questo Paese viene regolarmente sfruttato.
Obbligo di aprire la partita Iva nonostante il suo sia un lavoro dipendente, con tutte le ricadute negative che ciò comporta. La sua paga? È di 6€ netti all’ora. O meglio, era.
Sì perché Niccolò è stato licenziato. O meglio, è stato cacciato dalla chat dove la cooperativa assegnava di volta in volta i lavori. Ma questo, per una finta partita Iva, significa solo una cosa: licenziamento.
E per cosa è stato licenziato? Per aver denunciato le sue condizioni di sfruttamento in televisione. Il giorno dopo il servizio, la cacciata. Senza uno straccio di motivazione.
Ecco, questa è la drammatica realtà di tante e tanti giovani, ma non solo. Precarietà indeterminata, paghe vergognose, diritti inesistenti e continue vessazioni. È ora di dire basta a tutto ciò.
Con un salario minimo di almeno 10€ l’ora, come prevede la nostra proposta di legge.
Combattendo le finte partite Iva e cancellando la selva di contrattini pirata, favorendo contratti di lavoro stabili e tutelati, come fatto in Spagna.
Presenterò inoltre un’interrogazione parlamentare affinché il ministro Orlando invii gli ispettori a fare tutti i controlli del caso e perché il ministro Franceschini sospenda ogni collaborazione delle sovrintendenze con tale cooperativa, fino a quando non venga annullato il licenziamento.
Questa è la strada giusta.
L’immagine è di Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali, che ha denunciato in queste ore, come d’altronde da da anni a questa parte, la vergognosa vicenda. Consiglio vivamente di seguire la loro pagina.