VINCERE UN CONCORSO PUBBLICO IN ITALIA E’, TROPPO SPESSO, UN’INSENSATA MARATONA

DI NICOLA FRATOIANNI

 

Per darvi un’idea, voglio raccontarvi di questa assurda vicenda riguardo il concorso ordinario A18 per insegnanti delle superiori di filosofia e scienze umane, sulla quale ho presentato un’interrogazione parlamentare.
Una delle 50 domande riguardava la teoria del professor Howard Gardner, secondo cui non esiste una sola intelligenza umana, ma piuttosto un insieme di intelligenze multiple (logico-matematica, linguistica, spaziale, interpersonale e non solo). Una rivoluzione in ambito pedagogico. Nemmeno a dirlo apposta, la risposta prevista dal ministero era sbagliata. O meglio, tutte lo erano.
E allora, un gruppo di concorsisti esclusi dalla prova orale per questa domanda ha scritto direttamente al Professor Gardner, che non solo ha dato loro ragione ma ha scritto a sua volta al Ministero dell’Istruzione, chiedendo che la domanda venisse ritirata o riformulata.
La ciliegina sulla torta? La mail del professore dopo due settimane non ha ancora ricevuto risposta.
Una vicenda imbarazzante e tragicomica, purtroppo non isolata.
Errori del genere sono infatti tutt’altro che insoliti, escludendo migliaia di persone da un posto di lavoro per cui hanno fatto sacrifici e sudato duramente, al quale avrebbero tutto il diritto di accedere.
Il minimo sarebbe riconoscere l’errore e rimediare al danno senza che sia necessaria un’azione legale degli esclusi (com’è ad oggi).
La cosa giusta sarebbe investire tutte le risorse necessarie nei concorsi pubblici. Sia nella loro preparazione, con tutta la cura necessaria del caso, sia per il numero di posti messo a disposizione, davvero troppo pochi.
Ma, devo dirla tutta, con Brunetta alla pubblica amministrazione, non riesco ad essere ottimista.