DI GIOACCHINO MUSUMECI
Leggo con stupore che il Ministro di Maio si lamenta: “Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere europeista ed atlantista. Davanti a questa terribile guerra lo rivendico con orgoglio”.
Dirò la mia.
Non credo che qualcuno rinfacci al ministro atlantismo/europeismo di principio, a parte rallegrarsi nel vedere che i Gilet gialli sono stati dimenticati, l’argomento è un altro: che centra il risultato delle amministrative con l’atlantismo.
Poi in verità è stato il Ministro per primo a sostenere, nella conferenza stampa improvvisata in Piazza del parlamento, che Giuseppe Conte fosse ambiguo rispetto all’Europa e la Nato, una provocazione bella e buona perché un tema così sensibile si solleva col diretto interessato, non si lancia la pietra nello stagno per vedere cosa accadrà, un ministro intelligente lo sa già. Ora la parte della vittima sorpresa, caro Luigi, per favore anche no.
Per essere precisi, siamo tutti europeisti e anche atlantisti dato che l’atlantismo è più una fede, un dogma che ci divide in buoni e cattivi, giusti e sbagliati.
Ma presa questa visione binaria per buona, rivolgo una domanda : atlantismo che significa oltre inviare armi obtorto collo e bandire con le trombe chiunque proponga soluzioni diplomatiche prima di tutto.
Mio caro Luigi dovrebbe spiegare nel dettaglio cosa sia per lei atlantismo, così lo sapremmo e non avremmo sorprese.
E quando ha deciso di rappresentare il suo paese, considerava più importante il consenso popolare o quello di un ipotetico premier atlantico?
Oggi sembra lontanissimo dai bisogni della “gente”, ma vicinissimo a quelli dell’élite, può smentire?
Siamo tutti atlantisti ma non disposti a sacrificare presente e futuro sotto il peso dell’integralismo atlantico che evidentemente non garantisce nemmeno il futuro degli Ucraini.
C’è solo una verità inconfutabile: dopo quasi quattro mesi l’Ucraina è a pezzi.
Ha cominciato Putin? Si, ma prima che cominciasse, dov’eravate tutti, che avete fatto dall’alto della perfezione atlantica? Ce l’ha una risposta esaustiva? No, nessuno ce l’ha dato che c’è una guerra in corso e le conclusioni sono ovvie.
E oggi che state facendo oltre suonare la fanfara dell’atlantismo e mostrarci il sentiero della guerra. E’ tutto qui questo meraviglioso euro-atlantismo che sta incatenando i cittadini alla miseria?
Nel suo libro “Un amore chiamato politica” spicca un frase : “Giuseppe Conte è la persona più leale che conosco” ma oggi dice che Giuseppe Conte attacca lei e mette in difficoltà il Governo, nientemeno: il ministro si sfila dal Movimento e non vuole responsabilità perché si professa “Diverso”.
Ma se siamo arrivati a questo punto è ovvio che Di Maio non si riconosca nei 5 Stelle, allora perché non se ne va piuttosto che favorire lo stillicidio del partito che gli ha garantito il privilegio dell’esistenza politica e il tenore di vita che svolge.
Perché Di Maio non se ne va?