DI GIORGIO CREMASCHI
Oggi il Parlamento verrà offeso da Draghi e dalle ridicole manovre dei partiti di governo e della finta opposizione di destra.
Il Presidente del Consiglio ha fatto sapere che non intende essere messo sotto tutela dalle Camere sulla gestione della guerra. Parla come uno dei primi ministri nominati da Vittorio Emanuele Terzo per condurre ( disastrosamente) la Prima Guerra Mondiale.
Come più di cento anni fa il ruolo decisionale e anche il semplice controllo del Parlamento viene considerato un danno.
Qui c’è tutto il disprezzo ed il fastidio per la Costituzione da parte di una classe dirigente che ne ha già violato impunemente l’articolo 11 con la guerra e tanti altri con le politiche liberiste.
Questa vocazione autoritaria di Draghi però si afferma anche per il servilismo nei suoi confronti di gran parte dei deputati e dei senatori. Che avvinghiati alla NATO, alla UE e soprattutto alla poltrona, accettano di essere cancellati nella loro stessa funzione.
Oggi le Camere della Repubblica non solo saranno messe di fronte al fatto compiuto di un’Italia in guerra e di un Capo del Governo che parla a nome del paese senza averne il consenso. E che accoglie l’Ucraina nella UE, installa bombe atomiche, prende decisioni sulla vita di tutti noi senza nessuna verifica democratica.
Oggi le Camere saranno messe di fonte al fatto che un loro semplice voto sia considerato un attentato alla stabilità del governo. Di questa umiliazione della Costituzione e di quelli che dovrebbero essere i rappresentanti del popolo sono corresponsabili Letta Salvini Berlusconi Di Maio Speranza Renzi e Giorgia Meloni. Quanto a Conte, avrebbe oggi l’occasione di far vedere che esiste, ma non lo farà.
La democrazia si difende davvero solo se si è contro la guerra e contro il sistema politico che la sostiene.