DI EMILIANO RUBBI
Un Paese che, nel 2022, nega il diritto all’aborto sulla base di quello che i mentecatti di Trump leggono nella Bibbia.
Un Paese nel quale puoi comprare liberamente il fucile da assalto al supermercato perché, quello sì, è “un diritto inalienabile dei cittadini”.
Un Paese in cui centinaia di ragazzini e bambini muoiono ogni anno per colpi di arma da fuoco, diverse volte a scuola.
Un Paese in cui, se sei povero e soffri di diabete, o hai un tumore, puoi solo lasciarti morire, perché non hai un’assicurazione che paghi le tue cure.
Un Paese in cui, se non hai un’assicurazione o ne hai una di basso livello, non hai neanche il diritto di chiamare un’ambulanza, perché anche quella costerebbe troppo e tu non potresti pagarla.
Un Paese in cui, se non vieni da una famiglia ricca, in linea di massima passerai decenni a lavorare gratuitamente per riuscire a ripagare il debito contratto con l’Università.
Un Paese che per decenni ha bombardato e massacrato civili in giro per il mondo per ribadire il suo predominio geopolitico.
Un Paese che ha invaso l’Iraq, provocando più di 100.000 morti, perché aveva le armi di distruzione di massa.
Anzi no, ops.
Un Paese in cui, se sei nero e vedi la polizia sbucare da dietro un angolo, puoi solo farti il segno della croce e sperare di arrivare a domani.
Un paese in cui: “Ah, davvero abbiamo mandato alla sedia elettrica un innocente? Peccato, ma sono cose che capitano”.
Un Paese in cui, se nasci nel posto sbagliato, devi augurarti di saper giocare bene a basket, altrimenti il tuo unico, realistico, sbocco lavorativo sarà quello di spacciare crack e mdma in strada.
Ecco, quando parlate di “democrazia più grande del mondo”, parlate di questo Paese qui.
E io non so proprio come facciate a non mettervi a ridere, quando lo dite.