DI ENNIO REMONDINO
Quello dell’aborto è un dramma assoluto che tocca soprattutto la vita e la libertà delle donne. Difesa della vita del concepito e quella della madre. E questioni di fede. Poi gli integralismi giuridici di una Corte Suprema espressione della politica, la peggiore in questo caso, che in un colpo solo, a pochi giorni di distanza, prima cancella le timide limitazione all’acquisto e detenzioni della armi decisa dalla Stato New York e poi cancella, dopo quasi 50 anni, il diritto costituzionale all’aborto.
Tutti e sei i giudici antiabortisti sono della Federalist Society, «l’opus dei» della giustizia
Golpisti con la toga
«Golpisti con la toga, cronaca di un assalto lungo 35 anni», il titolo forte del Manifesto. «Tutti e sei i giudici antiabortisti sono della Federalist Society, l’opus dei della giustizia», denuncia Luca Celada. «Una giornata nera per la stessa democrazia Usa che varca la soglia verso un’idea retrograda di governo e di giurisprudenza». Opinioni? Fatti. La sentenza che cancella il diritto ad abortire è il culmine di una serie di decisioni della maggioranza conservatrice della Corte che hanno sostenuto il diritto di scuole religiose del Maine a ricevere contributi statali (mai accaduto prima), e vietato a New York di limitare il porto d’armi.
«Il potere giudiziario come forza ideologica riportare le lancette del paese indietro prima dei movimenti per i diritti civili, le grandi lotte di emancipazione (delle donne, dei neri, degli ispanici) e di progresso, che furono patrimonio del progressismo mondiale».
Anni ’60 Barry Goldwater
Un’onda lunga di radicalizzazione che nasce negli anni 60 con Barry Goldwater, padre della moderna destra ideologica, un’alleanza ideologica con gli evangelici bianchi che ha trovato la sua espressione politica nel conservatorismo radicale di Ronald Reagan. Sette religiose integraliste che traghettano in politica il fanatismo ed il dogmatismo. Formazioni anti abortiste radicali come la Moral Majority e la Christian Coalition che picchettano i consultori e inveiscono contro gli atei peccatori.
«Con Reagan ed i suoi “soldati cristiani” passa un messaggio fondamentale: non vi sarà mediazione ne compromesso con la setta che ha scalato il governo brandendo i testi sacri di bibbia e costituzione».
Antony Scalia, primo arruolato
Costituzione e Bibbia. l movimento è fautore di un culto altrettanto fanatico della costituzione come verbo immutabile dei padri fondatori. In una carriera trentennale, il giudice italoamericano è diga al progresso sociale su porto d’armi, aborto, matrimoni gay e pena di morte. Scalia è anche una figura chiave della Federalist Society, una associazione di giuristi conservatori che, come una sorta di opus dei laico, stila una lista di candidati dalle certificate credenziali ideologiche da cui da anni hanno attinto i presidenti repubblicani per le nomine dei togati. La Federalist Society di fatto ‘militarizza il sistema’, arruolando la corte nella crociata ideologica conservatrice.
Trump, il volto meno presentabile
Nel suo mandato Trump, che ha accolto l’eredità populista del Tea Party Movement, ha potuto selezionare ben tre nominativi dalle liste della certificate dalla Federalist Society. I sei giudici che hanno firmato la sentenza di ieri, contro la volontà di oltre 70% dei cittadini, appartengono tutti a quella associazione.
Se vi fossero dubbi sul fine ultimo di questa crociata anti moderna li ha chiariti il giudice Clarence Thomas (la cui moglie ha partecipato all’assalto del 6 gennaio), suggerendo quali saranno i prossimi obiettivi della “revisione” : contraccezione, diritti e matrimoni LGBTQ.
Regressione e i peggiori populismi
Gli Usa, che malgrado le politiche dei suoi governi sono stati capaci di esprimere storici progressi grazie all’attivismo di grandi movimenti sociali, rischiano ora di rappresentare una regressione epocale di populismi securitari e teocratici nel mondo e una linea oscurantista globale.
«Nella motivazione formata dal giudice Alito si legge ad esempio che l’aborto non può essere un diritto poiché la costituzione (stilata nel 1787) non ne fa menzione».
Corsa degli stati estremisti ai divieti totali
Nella corsa a chi fa prima ad ammantarsi del titolo di più antiabortista d’America, il Missouri con il suo procuratore generale Eric Schmitt è il primo a mettere agli atti un divieto vero e proprio ad abortire. «Il Missouri – recita un tweet di ieri sul profilo di Schmitt- è appena diventato il primo stato del Paese a terminare effettivamente l’aborto, con l’opinione del nostro procuratore generale firmata pochi minuti fa», segnala Giovanna Branca.
Un altro procuratore generale, reso “celebre” dall’infame legge texana che bandiva l’aborto dopo sei settimane, Ken Paxton, dichiarava ieri di aver chiuso i suoi uffici per festeggiare, e che da ora in poi per l’agenzia da lui diretta il 24 di giugno sarà un giorno festivo.
‘Trigger laws’, leggi grilletto
Il Texas è uno dei 13 stati Usa ad avere le cosiddette trigger laws, leggi “grilletto” pensate proprio per entrare in vigore immediatamente nell’eventualità di una sentenza come quella di ieri, alla quale la compagine antiabortista statunitense lavora ormai da 50 anni. A fare compagnia al Texas stati come l’Arkansas – dove la legge locale proibisce ogni aborto tranne che in caso di pericolo di vita per la madre, e minaccia con 10 anni di prigione chiunque esegua una interruzione volontaria di gravidanza o anche solo ci provi – Idaho, Louisiana, Alabama, Tennessee, Kentucky, Oklahoma. In quasi tutti i casi senza prevedere eccezioni per vittime di stupro o incesto. Quattro sono già entrati in vigore.
Le liberta della donne
Le attiviste e gli attivisti impegnati nella tutela dei diritti riproduttivi delle donne, che ieri hanno manifestato a centinaia davanti alla Corte suprema e in decine di città Usa, puntano ora a una diversa strategia: non più nei tribunali ma nelle aule del Congresso. «Voto del midterm del 2022, assicurarsi l’elezione di sostenitori della libertà riproduttiva».