DI GIOACCHINO MUSUMECI
GIANNINI DIRETTORE DE “LA STAMPA” INVITATO presso il salotto della Gruber sostiene che il Movimento 5Stelle non sia obbligato a permanere in maggioranza (scoperta da Nobel) ma nel caso esca, dovrà assumersi le responsabilità di conseguenze non specificate, il che suona quasi come una minaccia.
Povero Giannini, ridotto a l’ombra di sé non può certo dire che Draghi dovrebbe assumersi le responsabilità della sua linea politica ostruttiva della Democrazia e distruttiva della collettività. E attenzione, il Movimento ha fin ora avvallato questo scempio. Ora che Conte ha tutte le ragioni del mondo per sfilarsi dall’accozzaglia di barzellettieri attualmente alla guida del paese, il tribunale politico sentenzia che senza il Movimento non c’è governo. “Quousque tandem, Draghi, abutere patientia nostra”. Quanto ancora deve durare la spettacolare presunzione con cui il popolo viene insultato. Brucerà prima o poi il politico nella propria arroganza; non è forse tempo di sancire la fine di un obbrobrio istituzionale che a suon di menzogne dà il massimo sfoggio di sé in figure corrose dal tempo e dall’ambizione sfrenata? Quali pretese e opportunismo animano Mario Draghi e i suoi miserandi pupilli.
Perché si debbano sollevare paletti e addebitare particolari obblighi al Movimento non è dato sapere. Giannini parla di Vulnus al governo come se esistesse un contratto giuridico che lega le parti quand’anche una delle due si esibisca in spettacoli VOMITEVOLI come le indebite ingerenze del premier Draghi in una forza politica. Non importa quanto un fatto tanto grave sia stato minimizzato o mistificato, vale solo l’evidenza dell’inganno che i cittadini ripudiano con tutte le forze.
Attualmente l’unico dovere reale di Giuseppe Conte è spiegare ai spropri elettori sgomenti le ragioni per cui aver votato la riforma della giustizia, DDL Concorrenza, decreto 36, giusto per citare qualche caso di delirio parlamentare. Non c’è una sola di queste misure in linea con l’identità, se ancora ce n’è una, del Movimento 5 Stelle, dunque ci si domanda “cui prodest”?
Se il Movimento esce dalla maggioranza, il governo potrà continuare il proprio programma, ma lo scempio del popolo non si potrà addebitare all’unico leader che almeno si preoccupa dei cittadini, che poi alla preoccupazione corrispondano norme pratiche è altra questione. Ma nel decadentismo politico di Draghi il dialogo coi cittadini non è previsto ragion per cui Conte va eliminato.
La questione, come al solito, sta esattamente al contrario di come viene raccontata: da troppo tempo si prova in tutti i modi di marginalizzare il Movimento ma nel frattempo dovremmo credere ai deliri di Grillo: quando dice di aver ottenuto da Draghi tutto ciò che ha chiesto, inabissa il Movimento perché a parte non aver ottenuto niente, fatto che rende Grillo molto bugiardo, il paese si trova davanti al baratro più oscuro dal dopo guerra e il governo Draghi ne è la principale causa, quindi Grillo senza offesa: che cacchio stai dicendo?
Dopo tanti sforzi congiunti della triade Draghi- Di Maio- Grillo, finalmente la prospettiva che Conte lasci la maggioranza è reale. Scandalo! Improvvisamente non può esistere un governo Draghi senza pentastellati sebbene la scissione dimaiana abbia assicurato una maggioranza a sostegno di Draghi. Cosa accade nel pianeta politico dunque: Draghi e i suoi servi, tra i quali spiccano in special modo le new entry Di Maio e Grillo, si adoperano affinché non esista una sola forza politica popolare, un’opposizione reale o qualcuno che sollevi obiezioni politiche consistenti. In pratica questi signori si impegnano perché la Democrazia soccomba e prevalga UNO sostenuto da tutti, proprio come accade presso la corte di Putin che Draghi imita nelle vesti di un angelo impostore. E quest’angelo mendace propone l’inferno della guerra come rifugio dei giusti e condanna i propri cittadini alla miseria. Allora che Draghi e i suoi impostori vadano davvero al diavolo: se pure il governo crollasse e andassimo al voto, qualsiasi risultato sarebbe almeno un responso popolare e finalmente gli stracciaroli alla Di Maio e Renzi dovrebbero affannarsi alla ricerca di un posto nella prossima legislatura con 300 parlamentari in meno. E li vedremmo creare nuove combriccole di pezzenti traditori di sé e degli amici per gli scranni che li hanno corrotti. Ma costringere i corrotti all’angolo dovrebbe essere il primo interesse di Giuseppe Conte, ancor più perché contrario allo scopo di Draghi che senz’argine può pure imporsi ma senza la collaborazione del Movimento.
Perché tutto funzioni nella bruttura di questo orripilante consesso di ignobili politici resta una sola possibilità, costringere Giuseppe Conte con ogni mezzo anche mediatico a rimanere in maggioranza affinché venga calpestato istituzionalmente. Il Movimento, assimilato a qualsiasi altro partito, sarebbe completamente delegittimato e punito da elettori delusissimi che tra un anno non offriranno chances.
Se lunedì, dopo essere stato ingannato da Luigi Di Maio e il doppiogiochismo di Beppe Grillo, Giuseppe Conte non terrà conto di quanto Draghi sia disposto a mentire e troverà un compromesso, Draghi avrà vinto anche per mano pentastellata e allora del Movimento resterà prima la cenere e poi nulla.
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2 Luglio 2022