DI GIOACCHINO MUSUMECI
Pensate solo a questo: Luigi Di Maio, che dall’impeachment a Mattarella del 2018 passa, nel silenzio impersonale del capo dello Stato, a non finiremo mai di ringraziare Mattarella, oppure si produce in esilaranti dichiarazioni sulla la logica dei partiti contraria all’interesse dell’Italia mentre forma il suo partito, capace perfino di picconare il provvedimento cardine della sua misera carriera, è l’emblema dell’assurdità istituzionale collettiva a cui ancora una parte di elettori chiede a Giuseppe Conte di partecipare.
Di Maio è l’ultima crisalide che avrebbe dovuto generare una farfalla, ma contaminata dai veleni del palazzo ha mutato in calabrone portavoce dei simili corrotti. Nessuno vorrebbe un nido di calabroni in casa propria e la casa del popolo, se esiste un popolo, è rappresentata dalle istituzioni.
Il Governo Draghi ha accentrato in sé il doppio potere esecutivo/legislativo ma non si prende la cosa seriamente quanto la gravità del fatto pretenderebbe. L’organo legiferante della Repubblica è il parlamento: esecutivo, capo di governo e capo dello Stato esercitano eccezionalmente il potere legislativo ma oggi la norma è ratificare decreti senza alcun confronto parlamentare essenzialmente il legislatore parlamentare ha assunto connotati irrilevanti oltre subire pressioni del governo contro il principio della separazione dei poteri e la loro “indipendenza”.
Concertazione, sinergia, intersezione istituzionale, non comprendono dominazione ma oggi il governo SOVERCHIA il legislativo. È un metodo che va avanti da troppo tempo.
Ragioniamo: il parlamento è l’organo della Repubblica che esprime la rappresentatività, difende e coltiva la speranza dei cittadini, speranze diverse certo, anche divisive, che stanno nelle mani dei legislatori deputati a trovare una sintesi normativa. Se il parlamento perde la sua funziona regina e non legifera, in che modo le norme potrebbero essere rappresentative e risolutive di bisogni del popolo? Più il governo trattiene il legislativo meno l’operato rispecchierà i cittadini. Tutti devono riflettere su questo elemento fondamentale e su quanto il governo Draghi sia in questo senso pernicioso per le funzioni democratiche.
Stanti queste premesse decade qualsiasi ragione di esistenza del governo e qualsiasi ragione anche minima per parteciparvi. Non c’è in gioco solo il Movimento ma tutti i principi democratici, e non è possibile il compromesso politico lesivo dell’ordine costituzionale.
Perciò per favore, non si riduca la sopravvivenza democratica alla mera difesa di obbiettivi pentastellati, attualmente non si hanno numeri sufficienti per difendere qualcosa se non subendo ricatti da forze allineate al metodo descritto sopra.
Prima di ogni cosa bisogna capire che in questo momento cruciale e senza precedenti bisogna restituire la parola al popolo che deve autolegittimarsi politicamente, emanciparsi da una madre istituzionale MATRIGNA.
Non siamo attaccati militarmente come gli Ucraini ma siamo soverchiati, imbavagliati e ridotti alla sopravvivenza da una minoranza di mafiosi. Per quanto vogliamo subire e soprattutto per quanto tempo ancora vogliamo accettare di non essere rappresentati?