IL DOCUMENTO DI GIUSEPPE CONTE

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

PRESA VISIONE DEL DOCUMENTO REDATTO DAL PRESIDENTE PENTASTELLATO.
Nulla da eccepire sul contenuto, si tocca ciascun aspetto dell’azione di governo cortocircuitata dai bisogni della collettività alla soddisfazione di società di capitali o enti privati.
A ciò segue ulteriore precarietà e marginalizzazione del cittadino soffocato da difficoltà gravissime che aprono a prossimi scenari drammatici.
La speculazione sull’energia ha assunto proporzioni talmente importanti da compromettere trasversalmente cittadini e imprese.
L’inflazione speculare a 40 anni fa, non accenna a diminuire. Oggi siamo al punto di partenza e le traiettorie possibili sono preoccupanti.
La riflessione politica dovrebbe convergere sull’obsolescenza delle politiche monetarie europee, testimoniata dal succedersi di crisi, trasformate pressappoco in soggetti giuridici, i cui costi sono regolarmente proiettati sui cittadini per non lesionare i colpevoli di prevaricazioni della Costituzione europea e dei diritti umani.
Dato che nessuno dei temi visti sopra è stato adeguatamente considerato e dato il ritardo con cui si è arrivati allo scontro diretto col capo del Governo, si profilano tempi di ristrettezze mai visti prima a cui aggiungere il razionamento energetico che porterà lo sfacelo nel settore petrolchimico, disoccupazione e produrrà un onda di malessere che riguarderà ogni comparto sociale.
L’orientamento liberale di Draghi vede gli scostamenti di bilancio come fumo negli occhi, e potremmo arrivare al paradosso in cui l’impresa, legittimamente agevolata sarà sostenuta grazie all’erosione di risparmi, taglio delle pensioni, vendite pubbliche e il paradossale congelamento dei salari; tutte misure che contrarrebbero i consumi e abbatterebbero l’inflazione ma spingerebbero il paese in una recessione mortale.
Faccio notare che tutte le previsioni economiche portano proprio in questa direzione.
Stanti queste premesse di cui parliamo da settimane nell’indifferenza del governo, dubito fortissimamente che Draghi prenderà in considerazione soluzioni sul piano normativo oltre palliativi di trascurabile efficacia.
Il premier, oltre l’orientamento politico scadentissimo, è colpevole di azioni degne di un profilo morale riprovevole in cui domina il ricatto istituzionale. Lo stesso possiamo dire del capo dello Stato.
Perciò pur apprezzando le iniziative di Giuseppe Conte sul piano istituzionale, sono convinto che con Mario Draghi non esista altro metodo che abbandonarlo al proprio destino senza offrirgli un’ ulteriore chance, la considero una perdita di tempo dato anche il prossimo voto di fiducia sul decreto aiuti.
Questo scenario politico, intriso di arroganza, veleni e ambizioni di piccoli uomini di cui liberarsi al più presto, sembra quello dell’accanimento terapeutico a cui potrebbe seguire l’ulteriore diminuzione del consenso grillino e la morte del soggetto sbagliato: noi.