Le esigenze Usa e il mondo
Biden non vuole Putin nel G20 e tende a spezzarne i legami con la Cina. Un nemico alla volta. Per questo, gli Stati Uniti stanno facendo del loro meglio, per far fallire il vertice indonesiano di novembre. Ma Biden (come già fa) può dare ordini solo dentro il G7, perché il gruppo del G20 ha un’altra formazione e, se si consentite, anche un’altra ispirazione di filosofia politica ed economica. Quando, nelle scorse settimane, il Presidente dell’Indonesia, Joko Vidodo, si è recato in visita a Kiev e a Mosca, l’ha fatto proprio per ribadire che il suo Paese, pur ospitando una riunione così importante dall’altro lato del pianeta, non si sarebbe dimenticato della guerra e delle sofferenze in Europa. Ebbene, questa mossa non è stata vista di buon occhio in Occidente. Dove tutto quello che sa di trattativa, viene giudicato come una resa al nemico.
Lotta dura di chi ha troppa paura
Riflessioni? Viviamo in piena dissonanza cognitiva. Ci sta cadendo il mondo addosso e aspettiamo che accada qualcosa, senza però sapere che cosa. In Europa, non ci si rende conto che l’emergenza, nella maggior parte del pianeta, e ormai “normalità”. Un caso-scuola può essere quello dello Sri Lanka, dove il sistema-paese è crollato di schianto. Bene, sapete a chi si sono rivolti i cingalesi per avere subito aiuti? A Putin. Questo significa che qualcosa non funziona a Washington e a Bruxelles. E che il G20 non ha nulla da spartire col G7. La visione occidentale dello sviluppo economico, sociale, ma anche istituzionale, non è detto che vada bene in ogni spicchio del pianeta. O, peggio, che debba essere imposta con la forza.
Filosofie esistenziali per ricchi
“Certo, il nostro status già acquisito di Paesi “ricchi”, ci permette di esprimere filosofie esistenziali, che altri possono solo immaginare o delle quali, magari, non condividono le priorità. Ecco perché il G20, in fondo, rappresenta lo specchio più fedele dei problemi, delle debolezze, ma anche dei sogni dell’intera umanità”.