DI LIDANO GRASSUCCI
Mica lo volevo fare questo mestiere, mica mi andava di raccontare le cose del mondo: io le volevo determinare. Non volevo scrivere, volevo fare cose con le mani. Ma mi sono guardato le mani, dio mio… Capii che se ero nato in altri tempi avrei avuto tempo corto, vita breve.
Non volevo fare questo mestiere ma mi piaceva leggere e leggevo ogni cosa che mi passava a tiro, meglio a sguardo. Cominciai con quello che c’era Famiglia Cristiana, poi…
Arrivò un giornale nuovo Repubblica, era figo. Pareva roba francese, britannica. Sognavo Liberation… mi affezionai per un poco, poi? Poi non era il mio partito. Letteralmente, perché non era un giornale era una “idea di come questo paese dovesse essere”, non raccontava dava la linea. Non aveva critiche per il mondo, ma certezze che il suo mondo era l’unico possibile.
Eugenio Scalfari è morto, è stato il fondatore di Repubblica, un grande giornalista ma si sentiva un poco meglio degli altri. Più colto, più intelligente, più virtuoso, più giusto più coerente e per osmosi anche i suoi lettori sono così.
Quindi in morte non faccio ammenda di quel che pensavo in vita, ma Scalfari aveva capito che c’era una Italia così, un poco amante di quel che si doveva fare senza mai bestemmiare.
Passai al Corriere per via dell’idea che almeno erano borghesi di Milano, produttivi e aperti ad una Europa in cui non dovevamo entrare ma c’eravamo.
A Eugenio Scalfari non perdono la dimenticanza del suo essere anche parlamentare socialista, non perdono il suo passare in un limbo di virtù degno di chi immaginava gli uomini non come erano ma come dovevano essere, ha fatto religione del laicismo con rito in una evidente contraddizione.
Poi? Penna sublime: i suoi dialoghi con Papa Francesco mi hanno rapito, un ateo italiano che non “cercava” al cospetto del capo della chiesa universale, in una piacevolissima e intelligentissima ricerca della medesima umanità. Quando leggi questo capisci la differenza e ricordo perché non volevo fare questo mestiere.
Repubblica e Scalfari hanno cambiato il paese per un verso che è anni luce da me, ma lo hanno fatto. Mi tolgo il capello davanti a lui, non ho condiviso una grandezza ma l’ho vista.
Buon lavoro e magari lì fonderai “IL Paradiso” o “L’inferno”, o “il purgatorio” e magari cambierai il mondo dei premi e delle pene e anche di chi è sospeso.
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14 Luglio 2022