DI ORSO GRIGIO
Mattarella ha respinto le dimissioni e rimanda l’apostolo a farsi votare da chi ci sta. E ci staranno in tanti perché alle elezioni non ci vuole andare nessuno. I motivi non sto nemmeno a ricordarveli, ma non riguardano esattamente i nostri bisogni.
Semmai i loro interessi.
Anzi, i privilegi.
C’è da capirli, questa per molti di loro è la legislatura del buon Gesù, dopo questa non ce n’è più.
Faranno l’impossibile per tenere in piedi questo disastro.
E hanno tutti dalla loro parte, dalla Confindustria ai media a tutti gli Istituti Luce. Ieri molti di quelle truppe cammellate, ben allineati nei talk, apparivano distrutti, sudati da fare schifo, totalmente stravolti dalla disperazione.
Non oso immaginare in quali condizioni sarà barbara fiammeri.
Il governo dei migliori ha tutti dalla loro parte, ma non le persone, divise fra chi vuole votare per vincere e chi vuole farlo per cambiare. E votare non è un tabù, in quella che loro chiamano democrazia dovrebbe essere naturale. E se a vincere sarà la destra vorrà dire che la gente vuole quello, ma non si possono imporre oscene soluzioni e accrocchi improbabili con la scusa di voler impedire che gli italiani scelgano di quale morte morire.
Non si è mai visto un governo con dentro tutti, è come arrendersi al potere dell’economia e dei mercati. E allora tanto varrebbe chiudere il Parlamento e metterci un commissario a gestire le disposizioni centrali delle banche europee.
Adesso, dopo l’esibizione priapesca di Draghi con l’inserimento del termovalorizzatore nel decreto, e il tentativo (tardivo) del Movimento in cerca di una nuova dignità, si apre una partita che quasi certamente finirà come ho già detto, in qualche modo si trascineranno fino alla fine, ma presenta anche aspetti piuttosto imprevedibili, legati alla qualità delle persone.
Perciò stiamo a vedere, e anche voi non distraetevi perché capiremo chi sono gli uomini, chi i quaquaraquà e chi le fave.
Prendetevi un block notes, che poi facciamo le somme.
