LA BANCONOTA DA 10 RUBATA ALLA BENZINA

DI LIDANO GRASSUCCI

 

Anche il benzinaio non c’è più, mi fermo colonne che parlano e prendono i soldi. Colonne che fanno tutto da se. Mi fermo accanto ad una auto, giù di carrozzeria  come avrebbe cantato Toto Cutugno. Era piena di cose che quasi l’autista non c’entrava.

Un uomo manovrava sulla colonnina per i soldi: “che succede”, dico. L’uomo è evidentemente stanco, cotto dal sole, con la barba bianca e pure lei stanza. Lui è disperato: “non mi ha dato la benzina”. Cerco di aiutarlo schiacciando bottoni, ma nulla. Poi vedo la banconota da 10 euro incastrata nella bocca che prende le banconote. Dico tra me, va bene sono solo 10 euro. Lui è disperato invece. La sua macchina da giovane doveva pure essere fanatica ora era solo stanca, stanca come quando domani.

Erano gli unici 10 euro che aveva, cercava di tirarli fuori, ma non c’era verso. Un ragazzo si unisce a noi.

Poi penso che vita, che vita sempre contro ai tribolati, sempre in congiura contro chi arriva dopo e trova tutto occupato, tutto preso e anche le macchine che mangiano 10 euro di dieci euro che altri non c’erano.

Dio mio perché sei così, perché. L’uomo manovra con delle forbicine per salvare la sua banconota che invece si taglia un poco. Suggerisco “Passi domani, ci sarà il gestore”. 

“Domani io vado a lavorare”, domani è tempo per i 10 euro di domani, domani chissà che vita sarà se questa beffa è la vita di questa sera.

Mio padre aveva una Fiat 1100, ci caricava zappa e cassette di frutta e ogni tanto al distributore metteva mille lire. La barba era bianca, la fatica tanta, e la pelle nera di sole. Mio padre doveva tornare a casa con il resto… il resto dopo la benzina erano i 33 denari alla dignità, sempre.

Salgo sulla mia macchina e vado via.

Sior Capitano mi stia a sentire,
ho belle e pronte le mille lire,
in prima classe voglio viaggiare su questo splendido mare.

Francesco De Gregori, Titanic

Vado via, le mie mille lire le ho salvate ora viaggio in questo Titanic che è la vita mia. Signore mi avevi detto che era speranza, mi hai detto che eri speme. Quelle 10 euro le hai rubate tu. Mi guardo le mani, la pelle, ho rubato la vita e piango.

E’ quasi buio dei ragazzi di colore quasi non vedono dove passa la ruota della carriola ma sono ancora lì, 10 euro per morire, poi le ruba la macchina che non gli hanno insegnato ad amare.

Se un giorno passerò di lì e troverò una macchina che a lui da 10 lire, al grasso signore con la macchina da un miliardo di lire toglierà anche il paletot. Ecco che ci ricado sulla giustizia da 5 lire. Tempo che vada, un angelo che spezza le catene sarà quel che resta finché potrà

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16 Luglio 2022