DI MIMMO MIRARCHI
Ovvero: Parliamone in lingua napoletana: “Chest’è ‘o lignamme e ‘a ccà ‘ann’asci’ ‘e strummele”
Traduzione per coloro che risiedono al di sopra del Garigliano: dal momento che questo è il legno di cui disponiamo, è con esso che dobbiamo costruire le nostre trottoline.
Lo strummolo (strobilo), nella lingua napoletana, è una trottolina di legno con una punta metallica conficcata al vertice e una serie di scanalature concentriche incise sulla superficie dove viene avvolta una cordicella, che rilasciata con uno strappo ne produce il prillamento. Si tratta di un gioco dei tempi andati, ma già praticato dai bambini greci nell’antichità. Per ben funzionare è necessario che lo strummolo sia ben tornito e realizzato con un legno compatto e stagionato onde evitare che col tempo si producano deformazioni che ne alterino l’equilibrio. In questo caso, si dice che va a tiriteppola, cioè sbarella e viene subito giù. Poteva accadere che il vecchio artigiano, essendosi impegnato a costruire una serie di strummoli, non disponendo del legno idoneo, era costretto a lavorare con quello che aveva in quel momento, pertanto, pur insoddisfatto della materia prima, si rassegnava dicendo: E che putimmo fa, chest’è ‘o lignamme e ‘a ccà ‘ann’asci’ ‘e strummele. Da qui è nata questa colorita metafora per indicare l’unica soluzione disponibile in uno stato di necessità.
È quanto si è verificato allorquando il presidente Mattarella ha incaricato Mario Draghi di formare un nuovo governo dopo la caduta di quello presieduto da Giuseppe Conte. Un governo con dentro ministri di orientamento molto diverso e accettato da buona parte dei partiti politici presenti in Parlamento, perché unica alternativa allo scioglimento delle Camere e conseguenti elezioni anticipate che nessuno voleva. Ma soprattutto motivato dal momento piuttosto complicato causa pandemia dilagante e necessità di dare risposte all’Unione Europea per accedere ai fondi del Pnrr, utile a risollevare l’economia mortificata e rilanciare lo sviluppo verde e digitale del Paese.
Accade però che Lega e M5Stelle, partiti buoni solo a fare opposizione, anziché dare il loro fattivo contributo governativo, hanno colto ogni pretesto per fare ammuina al solo scopo di arginare la perdita di voti dovuta alla loro conclamata insipienza. E anche qui ci viene in aiuto la lingua napoletana, laddove ammuina sta per creare confusione affinché si nascondano le proprie incapacità e, perché no, eventualmente trarne pure qualche vantaggio.
Si racconta che questa pratica fosse in uso nella Reale Marina Borbonica a metà dell’Ottocento: All’ordine “facite ammuina” tutte chille ca’ stanno a propra vann’a poppa e chille ca’ stann’a poppa vann’a propra, chille ca’ stann’a dritta vann’a manca e chille ca’ stann’a manca vann’a dritta. Tutti chille ca’ stanno abbasce vanne ’ncoppa e chille ca’ stanno ’ncoppa vanne abbasce passanne tutte po’ stesso pertuse: Chi nun tene niente ’a fà, s’arremene a ccà e a llà. Si tratta però di un falso storico, che addirittura qualcuno ha voluto far passare per un articolo del Regolamento “dell’Armata di Mare” di Francesco II di Borbone. Sembra invece che sia stato scritto e diffuso da un gruppo di cadetti del collegio militare della Nunziatella, prestigiosa accademia militare napoletana, per prendere in giro i colleghi della Marina. Sia come sia, rende chiaro il concetto di ammuina.
E ammuina dopo ammuina, alla fine Draghi si è stufato e ha deciso di mollare. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è venuta dal M5Stelle che si è impuntato sul rifiuto di costruire un termovalorizzatore a Roma. Eppure i grillini hanno governato la capitale per cinque anni senza mettere in campo un percorso ambientale sostenibile, in particolare la soluzione dello smaltimento della spazzatura. E ora si oppongono alla costruzione di un impianto in grado di contribuire alla soluzione, che in più produce energia e teleriscaldamento oltre a rimettere in ciclo ceneri, metalli e acqua. Dicono: inquina. E le automobili? gli impianti di riscaldamento domestico? i condizionatori? le fabbriche? le antenne per la telefonia mobile? le centrali elettriche? l’allevamento di pollame e bestiame? Cosa hanno fatto in questi anni i grillini per limitare queste fonti di inquinamento? E poi, vogliamo dirlo che le città europee considerate più rispettose dell’ambiente sono dotate tutte di termovalorizzatori: Stoccolma, Copenaghen, Lisbona, Oslo. Per altro, di termovalorizzatori in Italia ne sono già operativi ben 37 – comunque pochi rispetto a Francia (126) e Germania (96) -. Uno per tutti, quello di Brescia. A Brescia l’impianto di A2A attivo dal 1998 fornisce teleriscaldamento a più del 50% delle abitazioni ed il gradimento degli abitanti sale: quello complessivo è salito al 64% e il 91% dei bresciani lo ritiene un impianto “sempre più efficiente” e per l’85% è “all’avanguardia” e “sicuro”. Secondo il Libro bianco di Utilitalia infatti, la preoccupazione relativa alle emissioni di polveri sottili sarebbe sfatata in quanto la discarica ha un impatto 8 volte superiore a quello del recupero energetico negli inceneritori. Ci sono, infatti, limiti molto stringenti, che non hanno eguali nel panorama delle istallazioni industriali, assicura Utilitalia. (dal Sole24Ore).
Ora delle due, una: o i grillini sono una manica di stolti o ci marciano per fini elettoralistici. Che dentro il M5Stelle ci sia un buon numero di ignoranti non c’è dubbio, ma alcuni di loro, Conte in testa, non possono far finta di non sapere queste cose fino al punto di mandare l’Italia allo sbaraglio in un momento di particolare delicatezza per il Paese e per l’Europa. E allora si fa strada il malpensiero, quello che pecca ma coglie nel segno: L’elettorato italiano ha la memoria corta, sarà sufficiente agitarci con una buona dose di demagogia al di fuori del governo e da qui alle elezioni, ottobre o maggio che sia, un po’ di voti persi li recuperiamo, si saranno detti.
Via, siamo seri! è risaputo che il verde ecologico dei grillini si è molto sbiadito. Prima hanno stilato un lungo programma di sostenibilità ambientale (180 pagine), dove hanno trattato la bonifica della Terra dei Fuochi, la cura del verde pubblico, il recupero delle acque meteoriche, la tutela dei piccoli borghi, la messa in sicurezza del territorio e altro altro ancora, e poi non hanno mosso un dito per cercare di portare una, che sia una, di queste tematiche all’attenzione del governo e del Parlamento. Hanno provato, sì, ad opporsi alla Tav, alla Tap, all’Ilva di Taranto, le trivellazioni nel mare Adriatico, la privatizzazione dell’acqua, ma alla fine hanno lasciato perdere. Poi, d’improvviso, per un ghiribizzo di Grillo, hanno posto come condizione imprescindibile al loro appoggio al governo Draghi l’istituzione del Ministero della Transizione Ecologica, salvo limitarsi a flebili osservazioni critiche allorquando non sono stati d’accordo con le scelte del ministro Cingolani.
E adesso che il virus schizofrenico creato nel laboratorio grillino è stato strumentalmente diffuso da Salvini con a rimorchio Berlusconi, entrambi vassalli in pectore di Giorgia Meloni, ci aspetta un governo zoppo con Mario Draghi sempre più zita cuntignosa (persona che paventa un’austerità di costumi intransigente e altero), elezioni anticipate, la vajassa (donna sguaiata e volgare) premier, probabilmente ‘o rattuse (uomo madrillesco) al ministero degli Esteri e ‘o lutammare (raccoglitore di escrementi) di nuovo agli Interni. E pe’ gghionte ‘e ruotolo (come se non bastasse), la finanziaria in esercizio provvisorio, la gestione della pandemia che morde ancora, il Pnrr da portare a termine, le decisioni da prendere sulla persistente guerra in Ucraina e la definizione degli interventi a sostegno di imprese e famiglie a seguito della crisi energetica e alimentare.
Chiosa, domanda finale e personale spiegazione
– Chi fosse Mario Draghi lo sapevamo tutti. Lo sapevano soprattutto Salvini, Berlusconi e i 5Stelle, che gli hanno concesso di governare perché incapaci ad affrontare e risolvere i gravi problemi economici e sanitari. Per gli stessi motivi molti di noi, pur agli antipodi della cultura politica di Draghi hanno ragionato come l’artigiano delle trottoline: chest’è ‘o lignamme e ‘a ccà ‘ann’asci’ ‘e strummele.
– Ma a Giorgia Meloni veramente conviene andare al governo oggi con tutte le criticità dell’attuale quadro politico, economico, sanitario e internazionale sconquassato? non le sarebbe convenuto chiudere in maniera ordinata la legislatura, magari con tutte le questioni risolte o avviate a soluzione? In fondo si trattava di qualche mese.
– Evidentemente la cazzangularia (propensione alla fregatura) è più grande del cugnimiento (capacità di comprendere).
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21 Luglio 2022