SANZIONI OCCIDENTALI E RESTO DEL MONDO. RUSSIA-IRAN NUOVA GEOPOLITICA PLANETARIA

DI PIERO ORTECA

 

L’anti-sanzioni occidentali nuova alleanza geopolitica.

I governi europei avevano previsto per l’inizio dell’estate gli effetti della sulla Russia delle sanzioni che ha sostenuto anche a costo di danni pesanti. Più pesanti di quanto ci raccontano. Ma alla fine di luglio la Banca centrale di Mosca registra ancora dati record nel rapporto fra import ed export, e le forze armate sembrano sul punto di allargare il loro raggio di azione in Ucraina.
E la visita di Putin in Iran diventa un patto di ferro grazie a quelle sanzioni unilaterali

Putin a Tehran, nuova fase storica

Una cosa col suo viaggio in Israele, ma soprattutto in Arabia Saudita, Joe Biden l’ha ottenuta: gettare definitivamente gli iraniani nelle braccia di Vladimir Putin. Non che prima gli ammiccamenti non fossero palesi, ma il contenzioso sul nucleare e le continue offerte americane per aggiustare la cosa, quantomeno, salvavano le forme. Adesso, proprio no. Esaltando la visita del Presidente russo in Iran, ieri il Tehran Times in prima pagina spiega la “filosofia” del viaggio: “A new world order”, cioè, una missione fatta per un nuovo ordine mondiale. Si tratta di uno spunto di riflessione formidabile, che ci viene offerto, perché in sostanza dà l’opportunità di ragionare su una visione geopolitica che spesso ci sfugge. Quella dei tre quarti del pianeta, che “filtra” la realtà sociale ed economica in modo diverso dall’Occidente.

I tre quarti di mondo diversi da noi

Proponendo, a volte, soluzioni politiche e istituzionali per noi incomprensibili. Se non inaccettabili. Stesa la coperta ideologica, gli ayatollah, naturalmente, non hanno perso tempo per badare alla sostanza. Vista l’attuale crisi internazionale, che coinvolge la Russia in prima linea, il Tehran Times sostiene che, negli incontri con la Guida suprema, Ali Khamenei, e con il Presidente Raisi, si è andati al sodo. “L’imposizione di sanzioni a entrambi i Paesi – scrive il giornale degli ayatollah – è stato un fattore importante nell’avvicinare le due parti, rendendole una forte alleanza contro le pressioni degli Stati Uniti. Negli ultimi mesi, alti funzionari si sono incontrati per consolidare la cooperazione bilaterale, in vari settori, tra cui energia, petrolio, gas e transito di merci. Nonché, anche nel campo delle relazioni diplomatiche e politiche”. Più chiaro di così…

Sanzioni a bersagli reali incerti

In questo momento, l’emergenza sono le sanzioni economiche, decretate dagli Stati Uniti e dall’intero Occidente contro l’Iran e la Russia. Stiamo parlando, è ovvio, di due manovre di “attacco” diverse. Perché diversi erano gli obiettivi strategici, che si proponevano i “think-tank” americani ed europei che le avevano studiate. Più miti quelle contro Teheran. Senza pietà (almeno nelle intenzioni) quelle contro Mosca, dopo l’invasione dell’Ucraina. Allora, diciamo che le sanzioni contro l’Iran hanno funzionato a singhiozzo. Gli effetti li hanno avuti, ma niente di devastante. Almeno finora. Le misure contro la Russia, invece, paradossalmente stanno mettendo in crisi l’economia europea. Un po’ meno quella americana. Ma stanno anche mettendo in ginocchio intere aree geografiche del pianeta, per le ripercussioni sui prezzi dell’energia, delle materie prime e dei prodotti alimentari.

Alleanza geopolitica contro il dollaro

L’Iran, per Putin, rappresenta un’ottima sponda per aggirare i blocchi all’import-export, decretati da Washington e da Bruxelles. E proprio su questo tema, si è soffermato Alì Khamenei, lanciando all’Occidente un messaggio inequivocabile: “La cooperazione economica tra Iran e Russia, soprattutto sulla scia delle sanzioni, è necessaria, in linea con gli interessi di entrambi i Paesi”. I colloqui con Khamenei e con Raisi hanno toccato anche un altro tema fondamentale per il commercio internazionale, un tema che sicuramente è stato già discusso tra Putin e Xi Jinping: l’utilizzo del dollaro come moneta di riferimento nelle transazioni. Secondo il leader del Cremlino e anche a parere degli ayatollah, questa sorta di “obbligo” conferisce un potere contrattuale spropositato (e immeritato) agli Stati Uniti. Putin si spinge fino a definire quello degli americani “un vero e proprio saccheggio di altri Paesi”, perpetrato utilizzando il dollaro. “La Russia e l’Iran stanno progettando nuovi metodi – ha aggiunto -per utilizzare le valute nazionali nei rapporti commerciali e finanziari”.

Medio Oriente non solo israeliano

Largo spazio è stato anche dedicato a problemi più strettamente politici, come quelli riguardanti la Siria, i rapporti con Israele e il Caucaso. Il coinvolgimento negli incontri del premier turco Erdogan, oltre ad affrontare il problema dei rifornimenti di grano in partenza dal Mar Nero, è servito anche a una riflessione sulle ipotetiche “sfere d’influenza” nella regione. Russi e iraniani, rivolti ad Ankara, hanno insistito sulla necessità di evitare azioni militari punitive contro i curdi, nel nord della Siria. Allo stesso tempo, Putin, Raisi e Khamenei hanno espresso tutta la loro contrarietà per la presenza di truppe americane a est dell’Eufrate. Secondo gli ayatollah (e anche a parere dei russi), i militari di Washington dovrebbero immediatamente lasciare quell’area della Siria. Inutile sottolineare le consuete arringhe contro la Nato, questa volta bipartisan. Anche sull’accordo riguardante il nucleare, gli iraniani hanno continuato ad accusare gli Stati Uniti, colpevoli (con Trump) di avere stracciato la precedente intesa, che andava bene a tutti.

Il veleno in coda, trilaterale con la Cina

“In cauda venenum, il Tehran Times ricorda l’impegno alla “cooperazione militare”, tra Mosca e gli ayatollah. Una collaborazione che sarà “trilaterale”, come sottolinea il quotidiano sciita, perché della famiglia fa ormai parte integrante, in pianta stabile, anche la Cina di Xi Jinping. E così, ora, Biden forse dovrà cominciare a pensare che, in giro per il mondo, ci sono tanti “altri Iran” che non amano l’Occidente”.

 

Di Piero Orteca

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21 Luglio 2022