DI BARBARA LEZZI
Probabilmente, anche Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso 12 anni fa, fu tradito da pezzi dello Stato. Quanto sta emergendo in questi giorni, è una storia inquietante e sporca fatta di Camorra, droga e di un sindaco che rifiuta di farsi corrompere e decide di affidarsi ai Carabinieri per denunciare quanto sospettava che avvenisse nel suo territorio.
Ma intorno a quei gommoni che approdano carichi di droga, la Camorra riesce a fare convergere anche alcuni pezzi dell’Arma ed oggi, dopo 12 anni, ci ritroviamo con un Colonnello dei Carabinieri indagato insieme ad un carabiniere semplice e un ex brigadiere.
Angelo Vassallo fu trucidato a poche del suo appuntamento fissato per mettere nero su bianco la sua denuncia contro il traffico di stupefacenti e in questa storia inquietante e sporca non potevano mancare e, infatti ci sono stati, anche i soliti depistaggi. E mi sembra di capire che non sia mancata nemmeno la solitudine di questo ennesimo eroe italiano vittima di quella atroce connivenza che spesso si instaura tra le mafie e pezzi dello Stato.
Il contrasto alle mafie è tutt’altro che una storia chiusa anche se buona parte della politica la omette sapientemente dai suoi programmi.