GIUSEPPE CONTE DEDICA UN POST AI VOLTAGABBANA

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Il post del presidente è uno spunto di ampia riflessione perché, tra le varie cose, si sofferma sugli ovvi problemi che la regola dei due mandati contiene in sé.
Su questi Giuseppe Conte scrive: “ Ovvieremo trovando le forme e i modi per valorizzare il patrimonio di competenze ed esperienze dei portavoce che durante questa legislatura hanno contribuito a fare del Movimento una “vera, notevole forza riformatrice” Il presidente fa più volte riferimento a un pezzo di Giuliano Ferrara che per la prima volta, probabilmente stufo del negazionismo mediatico, dice quello che pensa sul riformismo grillino sintetizzandolo con ottimi voti in pagella.
Dell’articolo di Ferrara è molto importante il prologo: “Probabilmente il mio giornale non sarà contento di questo articolo”.
Ferrara ammette ciò che tutti sanno e non possono dire: i media hanno il dovere di sproloquiare sul Movimento, megafoni di classismo e presunzione di superiorità della classe dirigente verso una forza politica “antipolitica”.
Più precisamente una forza politica che fa della politica un vessillo d’onestà propria ricorrendo anche all’artificio retorico, oppure allo slogan.
Ma il risultato è così socialmente utile che se lo slogan è al servizio di norme per il popolo tanto vale applaudire; in un certo senso divertiti nel constatare che agli sforzi sono corrisposti corposi frutti.
Sarebbe un dovere complimentarsi col Movimento anche avendo orientamenti politici opposti. Ma ciò non avverrà mai, lo scrissi almeno due anni fa: il Movimento con Giuseppe Conte ha incarnato la politica popolare, ha occupato e occupa i vuoti lasciati dalla politica per il palazzo e i suoi corollari, assassini dei principi costituzionali.
Il Movimento è rivoluzionario perché pone fermamente al centro dell’operato il popolo secondo quanto previsto dalla carta della Repubblica, perciò è nemico di chi opera svincolato da essa.
Resta solo da chiarificare concretamente in che modo il patrimonio del Movimento verrà valorizzato perché un conto sono le parole, altro sono i fatti. In questo senso c’è un pensiero del presidente su cui soffermarsi con attenzione: “ Non è facile accettare questa regola che va contro la natura umana. È difficile mantenere la parola data e seguire un percorso di coerenza.
Bisogna essere spiriti forti, nutrirsi costantemente dei propri ideali, avere una visione che si mantenga alta sui principi e non scada nella bassa corte degli affari personali.” Bene, io non penso che il limite dei due mandati, su cui mi sono espresso con chiarezza, sia una regola “ contro la natura umana”, significherebbe che i transfughi hanno agito- secondo me sbagliando – coerentemente con la natura umana, quindi in maniera “ normale”, a meno di non sottintendere che la natura umana è particolarmente propensa all’imbroglio e quindi dimentica i principi per fini di bottega.
Ma se questa è la natura umana, la regola dei due mandati non è prettamente contro natura, è la regola di una dimensione utopica, o perlomeno di una minoranza di individui più elevati che comprendono la preziosità e l’altezza dell’ideale contenuto nella regola.
Questo però comporta un ovvia conseguenza.
Se la natura dell’uomo è così bieca, e ammettendo perfino che il limite del doppio mandato sia addirittura innaturale, quanto è realistico sperare che la regola venga capita e interiorizzata, che possa piegare la natura della maggioranza di individui dato che la natura piega l’uomo ma non il contrario.