FORTI COI DEBOLI, DEBOLI COI FORTI

DI MARIO PIAZZA

Bruttissima storia quella del ragazzo che si è schiantato a 300 all’ora sul Raccordo con la sua Audi R8.

Non mi scandalizza l’irresponsabilità di un ventenne e mi rammarico il giusto per la fine prematura. Capita a quell’età di morire per la troppa voglia di vivere e a qualcuno va male, ma quando la vittima non si è fatta alcuno scrupolo nel mettere in pericolo la vita degli altri è molto più facile darsi pace.

E’ ciò che è avvenuto dopo a riempirmi di amarezza. Quei funerali in pompa magna nella tradizione rom con supercar che sgommavano e bottiglie di champagne, esibizione di ricchezze nebbiose su cui nessuno si prende la briga di indagare.

E a indagare dovrebbero essere le stesse autorità che in grande spolvero e ipocrita solerzia sono andate a cancellare da un palazzo di borgata l’effigie di sei metri del defunto, dell’esempio negativo che secondo loro non merita il ricordo e l’affetto di nessuno.

Siete voi l’esempio negativo, care autorità. Voi che per ignavia, paura o interesse tollerate il prosperare di questo sottobosco senza battere ciglio senza però scordarvi di multare chi vende collanine sulla spiaggia o di indagare sui bonifici da 1000 euro.

Forti coi deboli e deboli coi forti, è quella la prima crepa nel monumento che chiamiamo democrazia.