DI GIOACCHINO MUSUMECI
Luci puntate sul Virginia Raggi e Alessandro Di Battista, icone dal temperamento potente che mal si adattano al compromesso politico.
Entrambi lontani da manovre di palazzo e inciuci, intellettualmente onesti e critici taglienti di scelte politiche a loro invise, entrambi lontanissimi dal Pd la cui alleanza progressista ha prodotto più problemi che vantaggi, nulla da eccepire.
Ora però torniamo al piano reale: nell’ipotesi che il Movimento dovesse essere coinvolto in un governo, come se ne esce dato che in quattro anni nessuno, e dico PROPRIO NESSUNO, ha sollevato il problema della legge elettorale. Da questa dipende la composizione di parlamento e governo, con chi correrebbe il Movimento nel caso di un clamoroso e inaspettato risultato.
La Legge elettorale, sempre sfortunatamente secondaria a qualsiasi tema, è garanzia della Democrazia rappresentativa. Le regole della legge elettorale legittimano lo strumento con cui il cittadino esprime la sua libertà di scelta, e qui si apre un capitolo molto scomodo su cui è giusto soffermarsi qualche minuto.
In questi anni non abbiamo sentito altro che “legge elettorale di me*da, per colpa della legge elettorale non si poteva fare, dire etc etc.” Tuttavia ci affacciamo alle elezioni con la stessa legge elettorale “de**erda” del 2018, l’ombrello con cui ci si è riparati più e più volte per giungere all’oggi in cui nulla è cambiato.
Alessandro e Virginia possono spostare notevoli quantità di voti in nome di quel Movimento di protesta intransigente che mitraglia tutti e trasforma il parlamento in “scatoletta da aprire”, idea su cui oggi possiamo sollevare più che legittimi dubbi.
La questione quindi è: mai con nessuno in campagna elettorale e poi obbligatoriamente con chiunque al governo perché la legge elettorale bla bla bla?
A occhio e croce tutte cose già sentite e se la legge elettorale non è cambiata, che produrrà ripetere gli stessi slogan, infiammare l’elettorato per poi deluderlo con scelte obbligate dalla legge elettorale. Brutta quanto volete ma puzza un po’ di alibi se nessuno se n’è occupato fin ora.
Dunque non si sa perché non si sia cambiata la legge elettorale data l’importanza del tema.
Attenzione al fondamentalismo, l’Italia è una piazza molto difficile e si spera che i trascorsi quattro anni abbiano insegnato qualcosa. Perciò pongo una questione molto semplice: se il Movimento dovesse governare, getterebbe il cuore oltre l’ostacolo con quale forza politica?
A questa domanda dovrebbero rispondere : Giuseppe Conte, Alessandro Di Battista e Virginia Raggi, tre persone diverse con approcci politici estremamente diversi.