DI MARIO PIAZZA
Oggi è un post difficile. Non per chi lo leggerà che può serenamente mandarmi a quel paese ma per me che lo scrivo.
Potrei risolverla facilmente dando dei poltronari a quel poco di sinistra parlamentare rimasta ma non sarei onesto perché l’idea della “emergenza democratica” davanti alla quale ogni inciucio diventa lecito un certo fondamento ce l’ha.
Odio i tecnicismi che mi costringono a studiare una legge incomprensibile come quella elettorale dove il combinato disposto dei collegi uninominali, dei premi di maggioranza e del taglio dei parlamentari potrebbe assegnare all’estrema destra una maggioranza schiacciante in Parlamento, talmente vasta da consentire loro di cambiare la Costituzione senza chiedere niente a nessuno.
Che questa destra sia estrema ce lo dicono i suoi stessi leader parlando di blocchi navali, di tasse piatte, di presidenzialismo all’ungherese, di Europa buona solo per elargire consigli e quattrini. Questa è la destra di Orban, di Alba Dorada, di Vox, della Le Pen, di Trump e di Bannon. Tutto vero, ma il discorso di Enrico Letta sottoscritto da Fratoianni e dai Verdi starebbe in piedi se ci fosse una risposta ragionevole a tre semplici domande.
La prima è di una semplicità quasi imbarazzante. Se di emergenza si tratta ed essa è talmente grave da giustificare gli inciuci più strampalati, perché lasciare fuori quel 10% dei 5stelle?
La seconda domanda è altrettanto logica. Ammettiamo pure che il “campo largo” possa vincere le elezioni di stretta misura e fermare l’estrema destra, come farà a governare quando a staccarsi dalla maggioranza parlamentare saranno una volta il suo lato sinistro e la volta dopo il suo lato destro?
La terza domanda è quella che mi leva il sonno. Non è “emergenza democratica” quando finanziamo i campi di concentramento libici e turchi? Quando ci mettiamo a 90 gradi davanti alla Nato? Quando un governo tecnico ci sbatte in guerra senza chiedere nulla a nessuno? Quando chi sta male viene tenuto buono con ridicole mancette mentre i ricchi e i banditi prosperano sulle sue disgrazie?
Mi servono tre risposte convincenti che i balbettii della conferenza stampa di ieri non mi hanno dato e dubito fortemente che potrà darmele una campagna elettorale a cavallo tra il tragico e il ridicolo, e già so che passerò la notte prima del voto a vomitare l’anima mia.