DI ALFREDO FACCHINI
A Gaza si continua a morire fra l’indifferenza generale. In un silenzio assordante. Gaza city non è Kiev.
I padroni della politika italiana, i Letta, Calenda, Renzi, Meloni, Salvini e Berlusconi, quando c’è in ballo Israele perdono completamente l’uso della favella.
Sui loro account social non troverete una sillaba che sia una sui bombardamenti scaraventati, in pieno giorno, su quella che è la più grande prigione a cielo aperto del mondo.
Letta ci fa sapere che se vince lui ci aspetta il paese dei balocchi, mentre la Meloni assicura che all’Italia serve una svolta conservatrice.
I Palestinesi? Zero virgola zero, anche sui profili social dei cosiddetti leader europei.
Emmanuel Macron, ricorda l’esplosione al porto di Beirut di due anni fa, ma del dramma palestinese neanche l’ombra. Olaf Scholz, che dovrebbe essere socialdemocratico, non pervenuto, così come il premier spagnolo, Pedro Sánchez.
La papessa, Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ci informa che la UE ha fornito un altro miliardo di euro all’Ucraina, mentre, Jens Stoltenberg, Segretario generale della NATO, osserva che non c’è motivo per la reazione eccessiva della Cina su Taiwan.
Eppure, finora, sono già 31 i palestinesi uccisi sotto le bombe dell’aviazione con la stella di David, inclusi 6 bambini e 4 donne. 265 sono stati feriti.
Sono figli nostri o no? Oppure sono sangue del nostro sangue solo quei ragazzini biondi e con gli occhioni azzurri?
Anche i Palestinesi oggi chiedono aiuto all’Europa, come ieri l’Ucraina. Non chiedono armi, ma aiuti medici.
Gli ospedali traboccano di feriti.
La protezione civile palestinese fa appello alla comunità internazionale: “Non abbiamo risorse sufficienti, consentite l’ingresso immediato di aiuti medici e attrezzature di emergenza”.
Macché. La Farnesina condanna con fermezza il lancio di razzi verso il territorio israeliano e ribadisce il diritto di Israele di garantire la sicurezza dei suoi cittadini.
Dall’inizio dell’operazione “Breaking Dawn” a Gaza, la Jihad islamica avrebbe lanciato verso Israele 580 razzi. Secondo la radio militare israeliana le batterie di difesa “Iron Dome” hanno intercettato il 96% dei razzi diretti verso località abitate in Israele. Altri razzi sono caduti in zone aperte, o in mare.
Israele ha preparato il suo esercito ad una operazione di guerra che potrebbe, come dichiarato dai loro colonnelli, durare un mese.
Dopo 3 giorni di attacchi la situazione a Gaza è allo stremo: l’unica centrale elettrica ha finito il carburante, che al momento riesce a produrre solo 4 ore di elettricità al giorno.
Buio.