DI GIORGIO CREMASCHI
Quelli che sostengono che le ideologie non contino nulla, per ignoranza o malafede in realtà prima hanno operato per il dominio totalizzante del pensiero unico liberista, ora lavorano allo stesso modo per legittimare e far crescere l’estrema destra.
Giorgia Meloni nel suo appello internazionale trilingue per farsi accettare dalla élite come leader occidentale, ha sostanzialmente detto che lei è una sincera democratica perché rifiuta allo stesso modo nazismo e comunismo.
Non lo ha affermato per caso.
Al Parlamento Europeo socialdemocratici, verdi, liberali, e tutte le destre unite hanno votato solennemente l’equiparazione infame di comunismo e nazismo.
Una tesi ideologica reazionaria degli anni trenta del secolo scorso che, come scrisse Thomas Mann, in realtà era perfettamente funzionale al fascismo. Un tesi che cancella il semplice fatto che senza i comunisti e l’URSS il nazismo avrebbe vinto in Europa.
Una tesi sostenuta con particolare fanatismo dai governi di alcuni paesi dell’est Europa che mettono fuori legge i comunisti ed esaltano come patrioti i collaborazionisti di Hitler.
Oggi metter sullo stesso piano nazismo e comunismo è la base ideologica di ogni revisionismo storico e di ogni destra in Europa, negli USA e in tutto l’Occidente. Ed è anche la motivazione alla base di tutta la politica guerrafondaia della NATO con il resto del mondo.
Così Giorgia Meloni si è anche dichiarata fiera combattente della guerra contro la Russia.
La leader di Fratelli d’Italia ha dunque usato i temi fondamentali dell’ideologia dominante oggi in Occidente per legittimarsi.
È andata a colpo sicuro, sapendo che il PD su quei temi, sui comunisti come i nazisti, ha già votato con lei in Europa e prima o poi farà lo stesso anche in Italia.
Foto da La Stampa