DI BARBARA LEZZI
Queste persone sono morte la prima volta per avidità e la seconda per vigliaccheria.
Sono le due volte vittime del crollo del ponte di Genova. Sono visi che dovrebbero farci fare i conti con la qualità delle nostre Istituzioni ed anche con la campagna elettorale di questi giorni che sorvola sull’onta di aver concesso miliardi a chi ha causato questa strage. Più miliardi di quanto previsto e richiesto da chi ha provocato il crollo e più miliardi di quanti eventualmente dovuti per i paventati risarcimenti. Una vergogna epocale. Elio Lannutti ha presentato un esposto per denunciare questo abuso che, insieme ad altri colleghi, ho sottoscritto anch’io.
Questo non è un post di commemorazione ma di presa di coscienza della verità indecente che ha preceduto il crollo a cui sono seguite solo bugie, menzogne e le immancabili ipocrisie sulla responsabilità e il bene del Paese. Tradotto: paura di fare cadere i governi e di perdere potere.
No, di fronte a quarantatré morti non si può rispondere che da soli è stato impossibile agire. Non è sempre colpa di qualcun altro. Al cospetto di quarantatré vite stroncate, precipitate negli anni di mancate manutenzioni e utili miliardari distribuiti, non ci sono scuse e chi le adduce deve fare i conti con la propria coscienza che ha preferito tenere su governi, caduti poi per banalità ad opera di chi voleva impedire la sacrosanta revoca della concessione, anziché dissetare la pretesa di giustizia.
La responsabilità è di chi ha permesso alla cosiddetta vecchia politica di perseverare indisturbata nei propri interessi. Anzi, l’ha pure agevolata sacrificando promesse e aspettative sull’altare dell’alleanza strutturale poi naufragata. Eppure, in quei drammatici giorni in cui si contavano i morti e durante la celebrazione dei funerali, i cittadini si erano affidati al nuovo Premier e ai suoi vice. Da questo poteva arrivare un”infusione di coraggio ma evidentemente le richieste dei cittadini trovarono un terreno sterile.
Sono state emarginate, isolate e umiliate le voci che con forza chiedevano la revoca. In nome di evoluzioni e mantenimento del potere si è oscurata questa immane tragedia. E nessuno dei responsabili può scaricare su altri. Ci sono nomi e cognomi, in tutta la catena di comando che aveva competenza su questo fatto agghiacciante, nessuno escluso, che solo gli stolti non vogliono vedere.
La revoca si poteva e doveva fare. È stata fatta qualche settimana fa per un altro concessionario. Draghi, in questo caso, è stato deciso ed ha agito per il giusto. Quindi, basta chiacchiere e basta scuse per il Ponte Morandi. Perché o si è stati idioti, o vigliacchi o conniventi. Non ci sono vie d’uscita.
Continuerò sempre a dire ciò che penso e a raccontare la verità come ho sempre fatto. Piaccia o non piaccia ai fans. Davanti ai morti poi, non me ne importa niente dei like e degli insulti di chi preferisce silenzio ed omertà.
Foto di copertina da Fanpage