GRECIA, DOPO LACRIME E SANGUE PER ANNI OGGI ESCE DALLA “VIGILANZA RAFFORZATA”

DI LEONARDO CECCHI

 

Giorgos Chatzifotiadis era un semplice pensionato greco di Salonicco.

Lo fotografarono in lacrime, sdraiato accanto allo sportello, perché non riusciva a ritirare i pochi spicci della pensione. Era il 2015, la Grecia dell’austerity, dei tagli, della privatizzazione.

Lacrime e sangue per anni. Come lui, tanti nella disperazione più totale.

Oggi la Grecia esce da quattro anni di “vigilanza rafforzata”.
Ma non c’è da gioire, perché la situazione lì è peggio che da noi (ed è tutto dire).

C’è solo da riflettere.

Riflettere sulla necessità di essere uniti in Europa, ma non in un’Europa dove l’austerità la fa da padrona. Non in un’Europa dove il Sud non conta e dove i Paesi latini (eccetto parte della Francia) ed ellenici son visti come categorie di serie B. Scrocconi per definizione a cui serve rigore nordeuropeo e germanico.

Non è un’Unione così, ma un Nord che tollera il Sud.

Europeisti, come i padri fondatori volevano, sempre.

Subordinati mai.