DA REDAZIONE
Proprio così, un miracolo che si rinnova ad ogni tornata elettorale: la “sparizione” di problemi che fino a prima dell’annuncio elettorale riempivano pagine di giornali, talk show televisivi, interrogazioni parlamentari, indagini della magistratura e che sembra siano scomparsi dall’universo, come se fossero stati risolti.
In effetti però, e purtroppo, ci sono e incombono quanto e più di prima: la pandemia, che continua a registrare decessi e contagi. La guerra russo-ucraina che sta mettendo in ginocchio l’economia dell’Europa, noi compresi ovviamente.
La prima perché ormai non interessa più a nessuno, eppure nessuna delle parti ne ha dichiarato la “sconfitta”, sarebbe stato un ottimo argomento populista.
La seconda è che a differenza di qualche mese fa è sparita, insieme alle notizie giornaliere, diffuse perfino in lingua ucraina, per evitare forse, anzi senza forse, di dire cose che potrebbero “disturbare” l’opinione pubblica ponendosi in una condizione di “pesce in barile” che funziona sempre, o più volgarmente detta “paraculaggine”. Senza tralasciare le reazioni dei nostri “alleati” che potrebbero non piacere.
Eppure, questi due eventi hanno provocato un rialzo insopportabile dei prezzi, in ogni settore e nessuno ne parla perché deve forse andare così e nessuno ci può fare niente, o non sa far niente, neppure la “fantomatica” agenda Draghi. Questi argomenti hanno lasciato il posto ad altri, che per come ci hanno abituati, hanno più presa e vanno dal Reddito di Cittadinanza, divenuto, per il qualunquismo e la demagogia, il “cancro” della società erodendo risorse che potrebbero servire per altri utilizzi, peccato che l’ISTAT dice che questo “cancro” ha evitato di aumentare il numero dei poveri, quelli veri.
E poi c’è il mai dimenticato problema delle tasse, di come tagliarle, e in che modo poi, quindi diminuire ancora le entrate dello Stato, e quindi tagliare i servizi pubblici, già asfittici. Si evita però, accuratamente di parlare di lotta all’evasione, anche questa potrebbe disturbare una buona fetta di “cittadini”, e di come recuperare le evasioni accertate e ancora da incassare, si parla di centinaia di miliardi all’anno.
Resta la transizione ecologica, la problematica del cambiamento climatico. Qualcuno ne ha parlato ma anche questo è da considerare un argomento di scarsa presa, almeno in un paese come il nostro che ha bisogno di materie prime, di fonti energetiche che ci stanno dissanguando per cercare alternative. Riguardo ai fenomeni climatici, veri e propri campanelli d’allarme, che sono catalogati in elementi incontrollabili, salvo poi scoprire dopo tragedie come quelle della Marmolada che certi allarmi devono essere valutati, studiati cercando almeno di tutelare le vite di chi vive in loco. Ma ciò non interessa troppo, e poi non se ne parla troppo perché si andrebbe ad incrociare la questione guerra.
A tutto questo manca solo uno dei “cavalli di battaglia” di ogni campagna elettorale: il SUD. Ma anche qui, meglio lasciar stare questo argomento che potrebbe “disturbare” chi invece sventola l’autonomia delle regioni più “produttive”, diciamo così.
A guardare le cose dall’esterno, e cercando una morale da tutto questo, si potrebbe dire che i problemi del paese sono ridotti a poche cose e quindi sarebbe d’uopo chiedersi: “ma di cosa ci lamentiamo?”.
Purtroppo, non è così, purtroppo è il solito “miracolo delle elezioni” che fa questo ed altro, il bello però verrà dopo il 25 Settembre prossimo.
Buona fortuna a tutti.
Di Antonio La Trippa