DA REDAZIONE
Ricordo ancora quando la presentavo come la figlia di Dugin e lei mi fulminava con un occhiataccia. Ammirava il padre più di chiunque altro ma non sopportava esser presentata così. E aveva ragione, nonostante fossimo coetanei aveva già fatto tantissimo. Da fotoreporter ha girato mezzo mondo e quando la vidi all’opera pensai fosse capace di parlare praticamente ogni lingua. Ricordo come in un meeting internazionale, al quale partecipavano persone da ogni paese europeo, lei parlava fluentemente con ogni interlocutore nella sua lingua madre.
Non smetteva di impressionare. Chi ha avuto la fortuna di conoscerla non può che esser rimasto colpito dalla sua brillante intelligenza e vivacità.
Ammazzata nel più vigliacco dei modi dai moderni nemici dell’umanità, vili per definizione, capaci di mettere una bomba nell’auto guidata da una trentunenne.
Arrivederci Daria, il ricordo di te e delle tue idee rimarrà sempre impresso nei nostri cuori e nelle nostre menti. Adesso stringiamoci attorno ad Alexandr Dugin e stiamogli vicino in questo momento drammatico.
Di Luca Pinasco