DI LEONARDO CECCHI
Li uccisero oggi. Anzi: li assassinarono oggi. Sacco e Vanzetti, uno calzolaio e l’altro pescivendolo.
Li assassinarono dopo un processo farsa, accusandoli di duplice omicidio. Sulla sedia elettrica ce li mandarono anche quando il vero responsabile di quegli omicidi confessò il suo crimine. A loro, alla “giustizia” americana, non importava niente.
Perché Sacco e Vanzetti erano italiani, emigrati, poveri e pure “sovversivi”. Erano lavoratori che sin dal primo giorno in cui misero piede negli Stati Uniti si erano spaccati la schiena nelle cave, nelle acciaierie, nelle fabbriche. Pagati una miseria e spesso trattati come bestie. Questo importava. Non che in vita loro non avessero mai fatto del male ad anima viva.
Li uccisero oggi ma la dignità di questi due connazionali non riuscirono a stroncarla. La mantennero fino all’ultimo. Rimase salda come la loro innocenza.
A loro memoria, oggi, il ricordo di tutta Italia, che non ha mai dimenticato la sofferenza di chi per scappare dalla povertà e dall’ingiustizia ne trovò altrettanta dall’altra parte dell’oceano.