DI MAIO, CAMPIONE DI TRASFORMISMO, RINNEGA PURE IL “SUO” RDC

DA REDAZIONE

 

Quanti “miracoli” fa la politica, anche i più incredibili, i più imprevisti.

Uno di questi ha “toccato” il ministro degli esteri Di Maio che per effetto di questo miracolo ha completamente sconvolto l’universo in cui ha vissuto per anni e dal quale ha impartito “morali” e lezioni di democrazia da far vergognare i qualunquisti più incalliti.

Aveva cominciato con l’intento di aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, ma forse non avrà trovato il “grissino”, come dice una famosa reclame. O forse più possibilmente lo ha aperto per entrarvi e non uscirne più.

Era uno dei più decisi e strenui difensori dei “due mandati” e poi a casa. Anche questa smentita è arrivata puntuale con la sua uscita dal M5S per non lasciare la poltrona. Quella poltrona che aveva da sempre rinfacciato a tanti suoi collegi di parte opposta.

Un altro “comandamento”, per lui inderogabile: in caso di uscita da una formazione in Parlamento non si doveva passare ad altro schieramento ma dimettersi e lasciare il posto al primo dei non eletti, ma lui, forse per non smentire anche questa, ha pensato di rimediare formando un nuovo gruppo tutto suo.

Aveva giurato fedeltà a Conte sia nel primo che nel secondo governo, salvo poi “pugnalarlo” alla schiena, in combutta con uno dei suoi “nemici” dichiarati, per far posto a Draghi del quale pare si sia “innamorato” perdutamente.

Aveva dichiarato, nel corso del governo Conte uno di aver sconfitto la povertà attribuendosene il merito per l’applicazione del Reddito di cittadinanza, una sua “vittoria” sbandierata ai quattro venti. Oggi si è rimangiato anche questo limitando la “concessione” ai soli disabili.

Ed infine si è rimangiato anche i 9 euro all’ora per rimediare allo stato incivile delle retribuzioni attuali.

C’è da chiedersi se ci sia di peggio, anche guardando indietro nel tempo, di queste continue capriole. Costui è stato capace di prendere in giro il suo elettorato, ma anche il futuro poiché è risaputo che uno che ha tradito una volta, a queste condizioni poi e per preservare i suoi soli interessi, è facile che possa rifarlo.

Buona fortuna, quindi ha chi ha riposto fiducia in questo “campione” di trasformismo, quello stesso trasformismo che lui ha sempre detto di disprezzare.

Antonio La Trippa