DA REDAZIONE
Jens Stoltenberg, Segretario generale della NATO, ha dichiarato: “Prepariamoci ad un inverno duro. L’Europa pagherà un prezzo per il sostegno a Kiev”. Ovviamente dicendo “prepariamoci” in realtà sta dicendo “preparatevi“, perché a pagare per una guerra non dichiarata, avversata dalla maggioranza degli europei, come ogni sondaggio a qualsiasi latitudine ha messo in evidenza, saranno i cittadini comuni, non certo lui, Draghi o Macron.
Stoltenberg, nomen omen
Da uno con quel nome, cosa ci si poteva aspettare? Una serie di misure di profilassi durante la crisi ucraina, dal 2014 e soprattutto durante gli otto anni di guerra civile nel Donbass, affinché la situazione non precipitasse?
Dei progetti di riconoscimento delle minoranze russofone in Ucraina (ma maggioranza in Crimea e all’est del paese) in modo da avviare un percorso di ricomposizione nelle regioni interessate? Delle politiche di distensione (ma anche di contenimento, nella prospettiva USA) verso la Russia, cosicché la dirigenza russa non impiegasse argomenti nazionalisti per giustificare politiche di rivalsa?
Una strategia basata su un approccio diplomatico per sterilizzare i fattori di potenziale conflitto? Una presa di posizione assennata, subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, per poter giungere quanto meno e il prima possibile a un cessate il fuoco?
Niente di tutto questo. Nessuna strategia raffinata, ma forse anche nessuna strategia in assoluto. Approccio muscolare e cretinismo fatto poltrona.
Articolo di Raoul Kirchmayr dalla Redazione di
25 Agosto 2022
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