DI GIOACCHINO MUSUMECI
Davanti al manifesto elettorale del Pd che vedete in foto il mio parere è che nel circolo di Letta aleggi la disperazione.
Elezioni nazionali e il Pd, non avendo a disposizione temi precisi con parvenze di Sx, si butta sul vago e mette l’elettore davanti a una scelta di natura astratta come di solito è il Pd verso il cittadino.
Il manifesto è completamente sbagliato: Putin contro il progressismo del Pd. Come da scuola Draghiana (o ti vaccini o ti ammali e muori, o condizionatori o pace, o si fa quel che dico o me ne vado) l’elettore si trova davanti a due opzioni una peggiore dell’altra. Letta spera vanamente che la martellante propaganda antirussa possa spingere l’elettore a pensare che dopotutto è meglio il Pd nonostante non ci sia un tema politico a sostegno del manifesto. E’ il teorema del meno peggio, una miseria concettuale strabiliante che abbassa regolarmente il livello della classe dirigente; a colpi di meno peggio è senz’altro la peggiore per logiche questioni.
Spiace dirlo ma dato che i media hanno assimilato il presidente russo a un mostro, chiunque compresi Salvini, Berlusconi e Meloni possono essere meglio e non si vede ragione perché Letta possa essere più attrattivo di furbastro qualsiasi. Non basta proporsi come antitesi del peggio per essere scelti soprattutto se non si ha niente di concreto da proporre oltre generiche agende antipopolari.
A occhio e croce questo manifesto è un altro favore agli avversari (fasulli) e a Giuseppe Conte, unico antagonista reale.
Altra pecca è la scelta del volto di Letta: sarà pure segretario ma è spento, l’espressione è artificiale e proprio non convince quel sorrisino che dice tutto escluso “fidati di me”. Non c’è autorevolezza né profondità.
Nel manifesto dunque manca un tema politico nazionale concreto e si parla di progressismo, altro tema astratto. D’altra parte l’unico progressismo reale e inarrestabile percepito dai cittadini oggi, è quello delle tariffe energetiche che progrediscono verso cifre insostenibili di cui Letta non si degna di parlare o di accennare nel suo manifesto in cui si usa maldestramente Putin.
La cosa decente del manifesto, almeno stacca dal resto, è la montatura sul viso di Letta ma nel complesso l’immagine del segretario Pd è lontanissima da quella del cittadino comune a cui evidentemente il Pd non si rivolge.
Morale: inutile anzi controproducente mettere l’elettore davanti a una scelta tra due opzioni di cacca.