DA REDAZIONE
Le bollette triplicate non sono una calamità naturale, ma la conseguenza di precise scelte politiche del governo italiano di questo ultimo anno.
Bollette triplicate, quando Letta diceva: “Le sanzioni metteranno in ginocchio Putin”
Il segretario del Pd Enrico Letta di fronte a un ragionamento che dice: “ma se le sanzioni invece di colpire il sanzionato colpiscono chi le attua che senso hanno?”, ha risposto: “in questo momento guai ad abbassare la guardia contro Putin”.
Come si capisce bene non è una risposta. Rispondere significherebbe riconoscere il fallimento della sua politica e quella del governo Draghi che, sposando acriticamente la posizione del governo americano, ha messo in ginocchio il Paese.
Più facile evocare lo spettro Putin, senza rispondere nel merito. Come ha fatto penosamente il “ministro” Di Maio, che, abusando della sua responsabilità di Governo, è andato a Kiev per farsi fotografare con Zelensky, pensando che questo risollevi la sua lista dallo 0,5% in cui si trova.
Posizione italiana inadeguata alla risoluzione della crisi
Io penso che non ci sia altra via di uscita da questa situazione se non quella di riconoscere che la politica attuata dal Governo Draghi sulla guerra in Ucraina è stata completamente sbagliata e vada rivista. Sbagliata nell’accreditare la tesi Nato/USA sul perché è scoppiata questa guerra.
Perché se è vero che la Russia, ad un certo punto, ha iniziato una occupazione e un conflitto armato, è altrettanto vero, come ha detto Papa Francesco, che la politica che la NATO, gli USA e il governo ucraino hanno attuato, negli anni precedenti, è stata contraddistinta da azioni gravissime che hanno alimentato la tensione.
Basta pensare alla strage di Odessa, all’inserimento del Battaglione nazista Azov nell’esercito ufficiale, alla proibizione della lingua russa nel Donbass, all’inserimento dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO scritto nella Costituzione.
La verità è che il governo americano ha usato e sta usando la guerra in Ucraina per cercare di mettere in crisi Putin (obiettivo dichiarato in più occasioni) e l’Italia, muovendosi contro i suoi interessi, si è fatta interprete fedele di questo obiettivo.
Di fronte a questa situazione è importante che nella campagna elettorale le liste che si presentano e che sono contro la guerra avanzino una proposta, possibilmente comune. Mi pare sia semplice anche da proporre: blocco dell’invio di armi, rivedere le sanzioni che danneggiano principalmente il nostro Paese, chiedere il cessate il fuoco e l’apertura di un tavolo di trattativa. Non si tratta di una proposta velleitaria o minoritaria.
Se fatta bene, può entrare in sintonia con la maggioranza dell’opinione pubblica del nostro Paese, che è sempre stata contro l’invio delle armi e che oggi vive con grande angoscia e preoccupazione quanto sta accadendo e quanto può accadere nei prossimi mesi.
P.s. Nella foto potete leggere la lungimirante dichiarazione di Letta del 12 marzo scorso.
Articolo di Claudio Grassi, dalla redazione di:
29 Agosto 2022