DI GIORGIO CREMASCHI
Una ricerca della FABI, il sindacato autonomo dei bancari, accreditata da il Sole 24 Ore, ci fa sapere che la sola ricchezza finanziaria degli italiani ammonta a 5.256 miliardi. Un patrimonio privato che è più di due volte l’ammontare dell’intero debito pubblico, in mano a meno del 10% della popolazione, il 90% ha poco o nulla. Ma la politica non vuol toccare i soldi dei ricchi e ancora parla di sacrifici e flat tax.
Crisi? Sacrifici? Flat tax?
Quando si propone di tassare i ricchi la grande maggioranza dei leader politici diventano improvvisamente poveri fra i poveri.
Prima di redistribuire la ricchezza bisogna produrla, proclamano i cialtroni. Come se in Italia la ricchezza non ci fosse, come se fossimo all’anno zero della ricchezza nazionale.
Ora una ricerca della FABI, il sindacato autonomo dei bancari, accreditata da il Sole 24 Ore, ci fa sapere che la sola ricchezza finanziaria degli italiani ammonta a 5.256 miliardi.
Escludendo la casa e qualsiasi proprietà immobiliare, solo con conti in banca, azioni, buoni del tesoro, fondi, polizze assicurative ecc., c’è un patrimonio privato che è più di due volte l’ammontare dell’intero debito pubblico.
Immagino che i politici per i quali Berlusconi e John Elkann sono diversamente poveri ora esclamino: tu vuoi colpire i buoni postali di poche migliaia di euro della nonna pensionata.
Altra bugia, perché il 70% dei 5.256 miliardi è in mano a meno del 10% della popolazione, il 90% ha poco o nulla.
Quindi se si tassasse in misura progressiva il patrimonio finanziario dei più ricchi, partendo ad esempio da 1 milione di euro, come propone UP, pagherebbe solo una piccola minoranza della popolazione, che non avrebbe nessuno vero danno, mentre si recupererebbero decine di miliardi.
Invece tutta la “banda” della flat tax, la destra di Meloni, o quella per cui non è il momento di prendere, la destra di Draghi, o quella di abbiamo troppo debito, quella di Cottarelli, considerano la tassazione della ricchezza un delitto contro la libertà.
Così continuano a imbrogliare urlando che non c’è ricchezza da dividere, ben contenti di ricevere soldi e favori dai ricconi per cui lavorano. E tanti poveri ci cascano, finendo per credere che se i miliardari pagano, anche loro ci rimetteranno.
I soldi ci sono, smettetela di imbrogliare e tassate i ricchi.
Flat tax e altre corbellerie: ci vuole Robin Hood!
Nella trasmissione elettorale Mezz’ora in Più di Rai 3, alcuni giornalisti hanno definito una favola di Robin Hood il programma di Unione Popolare di tassare i ricchi per redistribuire ai poveri.
A loro sembra una pura fantasia che ci si proponga di redistribuire l’enorme ricchezza concentrata in poche mani. Anche perché i loro editori sono tra i possessori di quella ricchezza.
In Italia i tre miliardari più ricchi hanno di più dei sei milioni più poveri. Le grandi multinazionali hanno fatto colossali profitti con pandemia, guerra e crisi energetica, mentre l’evasione fiscale ogni anno è pari all’intero ammontare della spesa sanitaria. E l’aumento della spesa militare corrisponde ai tagli di sanità e scuola pubbliche.
A questo punto trovo giusto che noi di Unione Popolare si faccia nostro il complimento giornalistico, non voluto, di voler essere dei Robin Hood.
Contro Draghi, Meloni, Letta e compagnia, ultimi dei tanti sceriffi di Nottingham che in questi trent’anni hanno preso ai poveri per dare ai ricchi, Robin Hood ci vuole proprio. Viva Robin Hood!
Articolo di Giorgio Cremaschi, dalla Redazione di:
29 Agosto 2022