DI LUCA BAGATIN
La Vicepresidente argentina Cristina Kirchner, all’uscita dall’auto, di fronte a casa sua, in mezzo a una folla festante che la salutava e le chiedeva autografi, si è vista puntare contro una pistola da un 35enne brasiliano di simpatie nazifasciste, residente in Argentina dal 1993.
Immediatamente arrestato l’aggressore – Fernando André Sabag Montiel – che aveva premuto il grilletto dell’arma, che fortunatamente si è inceppata.
Intervenendo alla televisione nazionale, il Presidente peronista Alberto Fernandez, ha dichiarato, fra le altre cose: “Siamo di fronte a un episodio che ha un’estrema serietà istituzionale e umana (…). La pace sociale è stata turbata. (…). E’ la cosa più grave che sia accaduta da quando abbiamo recuperato la nostra democrazia” (…). Possiamo non essere d’accordo, possiamo avere profondi disaccordi, ma l’incitamento all’odio non può aver luogo perché genera violenza e non c’è possibilità che la violenza coesista con la democrazia”, ha sottolineato il Presidente Fernandez .
Solidarietà è giunta immediata anche dall’opposizione liberale di destra e dai governi socialisti di Venezuela e Cuba.
“Ripudiamo vigorosamente questa azione che cerca di destabilizzare la pace del popolo fraterno argentino. La Patria Grande è con te Compagna!”, ha scritto il Presidente venezuelano Nicolas Maduro e “Da Cuba, costernati dal tentativo di omicidio di Cristina Fernández, abbiamo inviato tutta la nostra solidarietà alla Vicepresidente, al governo e al popolo argentino”, ha twittato il Presidente cubano Miguel Diaz-Canel.
Solidarietà immediata è giunta anche dal Presidente cileno Gabriel Boric e dall’ex Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che ha denunciato l’aggressione perpetrata da un “criminale fascista”.
Cristina Kirchner, 69 anni, è recentemente stata accusata di frode e corruzione, durante i suoi due mandati presidenziali, dal 2007 al 2015. Le accuse sono sempre state rimandate al mittente dalla Kirchner, che ha definito tali accuse un “plotone di esecuzione mediatico-giudiziario”.
Tutto ciò, in effetti, ricorda molto quanto subito sia del nostro ex Presidente socialista Bettino Craxi, che dall’ex Presidente socialista brasiliano Lula, poi assolto, tanto che è pronto, fra pochi mesi, a battere Bolsonaro, visti tutti i sondaggi in suo favore.
Cristina Kirchner, già moglie del compianto Presidente peronista Nestor Kirchner, deceduto nel 2010, ha governato l’Argentina dal 2007 al 2015.
Paladina dei diritti sociali e civili, assieme al marito, attuò un piano di nazionalizzazioni, riuscendo a far fronte alla spesa pubblica galoppante e a ridurre la povertà in tre anni (passata dal 21% all’11%). Finanziò massicciamente il sistema scolastico ed educativo, oltre che assicurò casa e lavoro a disoccupati e disagiati, ricevendo il riconoscimento ufficiale della FAO. Nel 2010 legalizzò i matrimoni omosessuali.
Vicepresidente dell’Argentina dall’ottobre 2019, con Alberto Fernandez alla presidenza, ha continuato a portare avanti una politica di diritti civili e sociali, riaffermando le conquiste del peronismo argentino, aumentando le imposte ai più ricchi e alla classe media; agevolando le classi più povere e distribuendo buoni pasto per i meno abbienti, oltre che introducendo una tassa del 30% sull’acquisto di valuta estera, esportazioni agricole e acquisto di automobili.
Sul tentato omicidio e le dinamiche è stata aperta un’inchiesta e il capo di gabinetto del governo argentino, Juan Manzur, ha convocato urgentemente il Consiglio dei Ministri.
Luca Bagatin