IL FAUST E GIORGIA MELONI

DI MASSIMO RIBAUDO

 

Oggi, sia La Repubblica che il Corriere della Sera con Francesco Verderami, ci dicono che Giorgia Meloni comincia ad avere paura.
Paura di governare, ovviamente.

Perché stare all’opposizione e criticare tutto quello che fanno gli altri è un mestiere facilissimo. Guidare un autoarticolato su un dirupo di montagna è tutt’altra cosa.

Adesso Meloni teme che Salvini possa essere ricattato da Vladimir Putin, e creargli problemi sulla politica estera.
E si è accorta che i conti pubblici sono da “far tremare le vene ai polsi”.

Per esperienza diretta so che molti politici vivono in una realtà parallela, fatta di applausi, strette di mano, cerchi magici che gli danno sempre ragione.
Poi, quando si trovano a governare, la realtà bussa alla porta.
E possono essere gli ucraini per Vladimir Putin, o gli agenti dell’FBI per Donald Trump.

Riuscire a prendere in giro quindici milioni di italiani che dovrebbero votarla, sparando quattro cavolate fasciocattoliche e sovraniste, è sicuramente un’impresa. Ma, se quelli la votano davvero (mi auguro ancora di no), poi qualche promessa la deve rispettare.
E gli paga i figli, e gli paga l’energia, e gli riduce le tasse… Mhmm.
Dove li prende i soldi?

Il patto col POTERE è sempre un patto faustiano: demoniaco.

Giorgia Meloni sembra avere la capacità di ipnotizzare il suo elettorato. Come è riuscito a Grillo e a Renzi. La falsità che si rende vera agli occhi della popolazione.
Ma se vince, ha capito che gli tocca dare la sua anima, per mantenerlo, il potere.
E’ il Faust, Giorgia.
Fai molta attenzione.

(Non votatela. Per il nostro bene. Del suo, possiamo anche non interessarcene).