DI ENNIO REMONDINO
Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov avverte che sta iniziando «una grande tempesta globale» in risposta dalle azioni dell’Occidente. «La Russia -aggiunge Peskov-, sarà in grado di preservare la sua stabilità in mezzo a questa tempesta».
Il vice premier russo con delega per l’energia Alexander Novak ha sostenuto che il blocco di Nord Stream è dovuto unicamente alle sanzioni europee che hanno impedito le adeguate riparazioni violando i contratti e non ha escluso ulteriori aumenti del prezzo del gas in Europa che potrebbe toccare «livelli record», come se quelli finora raggiunti fossero solo un assaggio.
«Drôle de guerre», la strana guerra, mentre montano i problemi per l’Europa a indirizzo Nato e frena il sostegno armato, finanziario e politico degli alleati statunitensi attorno. L’Euro intento scivola sotto il dollaro Usa
Una grande tempesta globale
La minaccia russa è esplicita: «sta iniziando una grande tempesta globale» in risposta dalle azioni dell’Occidente». E il prezzo del gas in Europa che potrebbe toccare «livelli record», come se quelli finora raggiunti fossero solo un assaggio. Il G7 propone un inusitato e difficile «prezzo politico», a petrolio e gas russo, e sarà un’altra gara a violare sanzioni decisa da una parte di mondo ricco e ritenuto prepotente ma minoritario. Zelensky dall’Ucraina ovviamente rincorre. «Questo inverno, la Russia si sta preparando per un decisivo attacco energetico contro tutti gli europei». Secondo Zelensky, laddove la Russia non può farlo con il potere delle armi convenzionali, lo fa con il potere dell’arma energia e cerca di colpire con povertà e caos politico dove non può ancora colpire con i missili.
Ma di guerra armata ora non si parla più?
Se ne parlano troppo dubita, se taccino, abbi paura.
Dalle analisi dell’ISPI, l’Istituto di studi di politica internazionale di Milano, sarebbe in corso la controffensiva di Kiev per riprendere il controllo di Kherson, una delle prime città a cadere sotto l’avanzata russa di febbraio. «Nel frastuono della guerra, è difficile capire se l’entità della controffensiva possa davvero mutare le sorti della regione, o abbia più un valore simbolico, a indicare che il “momento” della guerra è cambiato». Kiev è particolarmente cauta nel far trapelare informazioni, limitando l’accesso ai giornalisti. Ed è una novità recente.
Armi Nato puntate su Mosca
Un impegno di sostegno armato occidentale a Kiev molto “squilibrato”. Da fine gennaio a inizio agosto, tra armi e aiuti finanziari a scopi militari gli USA hanno impegnato quasi 41 miliardi di dollari; l’UE, poco più di 6. Aiuti che vanno ad assottigliare il vantaggio militare di Mosca, grazie ad addestramenti e, novità ultima, la fornitura di artiglieria sofisticata, sottolinea Ispi. «Come i 16 lanciarazzi ad alta precisione HIMARS che gli USA hanno fornito a Kiev dall’inizio del conflitto, e che hanno consentito all’Ucraina di preparare la controffensiva colpendo obiettivi strategici ben al di là delle prime linee nemiche».
Coperta corta?
«Mentre le operazioni cambiano la mappa del conflitto di pochi chilometri al giorno, il futuro dell’Ucraina rimane legato a doppio filo a ciò che succede molto lontano dal fronte. A sei mesi dall’invasione la NATO ha confermato il suo sostegno al paese, mentre Biden ha promesso una tranche di aiuti da 3 miliardi di dollari, la più consistente finora», sempre la precisione ISPI.
Ma ora arriva il freddo
Da questo lato dell’oceano, però, il clima non solo stagionale sembra si stia rapidamente raffreddando. «Martedì i ministri europei hanno concordato una missione di addestramento per l’autunno. Ma l’aiuto europeo rimane un settimo di quello statunitense. Il paese che ha guidato gli sforzi è stato (non a caso) la Polonia, seguita dalla Germania, comunque riluttante nello stanziare risorse militari. Gli altri, Italia inclusa, seguono da molto lontano».
Con l’avvicinarsi dell’inverno, e l’avvicendarsi dei governi, il fronte a Kiev potrebbe apparirci sempre più lontano.
Articolo di Ennio Remondino, dalla Redazione di
5 Settembre 2022
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