DI BARBARA LEZZI
Ricordate gli annunci? Balle, se li sono rimangiati ancora prima delle elezioni.
Il metodo Draghi è una comoda scappatoia per i partiti pavidi con leader fasulli e sfacciati.
Con l’ultimo decreto Aiuti, emanato a Camere sciolte, giustificato dall’innegabile emergenza dovuta ai rincari, Draghi e i suoi ministri si sono inventati la figura del “docente esperto”. In sostanza, un docente, per avere qualche euro in più in busta paga, dovrà sperticarsi in corsi per la bellezza di nove anni gareggiando con decine di migliaia di colleghi e sperare di essere tra i pochi che saranno premiati. Gli altri, la maggioranza, resteranno con la busta paga tra le più povere d’Europa. D’altronde, tutta la maggioranza ha votato a favore degli ennesimi tagli all’istruzione contenuti nei documenti di bilancio draghiani.
Ma all’indomani della presentazione del decreto in conferenza stampa di Draghi, si sollevano le voci perentorie dei nostri sfidanti candidati che giurano emendamenti soppressivi per eliminare questo obbrobrio in salsa McKinsey che trasforma la nostra scuola pubblica in un’esasperata sfida per la conquista di titoli anziché di risultati sulla formazione dei nostri ragazzi. Il premio studiato, infatti, sarà completamente sganciato dalla qualità dell’insegnamento offerto agli studenti e dagli orari di lavoro. E, lo ribadisco, questo premio riguarderà solo una manciata di docenti e solo dopo nove anni dall’inizio dei corsi. È un metodo infame per umiliare i docenti.
Letta si era spinto al di sopra di questo chiacchiericcio assicurando, non solo lo stralcio dell’articolo, ma anche l’adeguamento degli stipendi di tutti gli insegnanti italiani alla media europea.
Applausi al segretario!
Solo che poi avviene che il decreto arrivi in Parlamento per la discussione e approvazione e che il Partito Democratico non presenti alcun emendamento per dare seguito agli annunci. Neanche il soppressivo su questa norma beffa e, ancora una volta, si renderà peggiore la scuola pubblica.
La campagna elettorale è lo specchio di quello che è stato il governo Draghi. Tutti si sono lamentati ma tutti hanno votato tutto. Ed ora promettono di cambiare ciò che con il loro voto hanno fatto diventare legge.
E allora si parla di clima ma hanno votato tutti la modifica del testo unico ambientale per infischiarsene; si parla di lotta al precariato ma hanno votato per mettere nel congelatore il decreto dignità sino al 2024; si parla di chiusura delle fonti inquinanti dell’ex-Ilva ma hanno votato per dare soldi alla multinazionale per proseguire la produzione così com’è; si parla contro gli inceneritori ma hanno votato per bruciare i rifiuti nei cementifici che è ancora più dannoso; si parla di non inviare armi in Ucraina ma si è votato per inviarle; si parla di giustizia ma hanno votato la Cartabia; si condannano le correnti in magistratura ma hanno votato la riforma che le rafforza; si parla di sanità pubblica ma hanno votato per i tagli e così via.
Saremo costretti a votare affidandoci alle buone intenzioni annunciate in TV vista l’assenza di credibilità dei fatti concreti che sono andati, e continuano ad andare, in direzione opposta.
È tutto semplicemente vergognoso.