DI ENNIO REMONDINO
“Re dollaro”, la valuta più forte del pianeta, «la riserva di ultima istanza», sottolinea Vito Lops sul Sole 24 Ore. Sotto i colpi dei rialzi dei tassi della Federal Reserve per sconfiggere l’inflazione, il dollaro viene acquistato dagli investitori globali per proteggersi da uno scenario economico sempre più incerto.
Il paradosso è che più sale il dollaro più si creano i presupposti per una futura e più ampia crisi finanziaria globale.

Dollaro prepotente da giugno 2021
“Dollar index’’ sull’andamento della valuta americana nei confronti delle principali valute internazionali fra cui euro, yen, franco svizzero e sterlina, +23%, il livello più elevato da 20 anni. Nel frattempo l’euro ha perso più del 20% e la parità come non accadeva dal 2002. Peggio lo yen scivolato del 30%. Perfino l’oro deve arrendersi: dai massimi di marzo sta perdendo tra l’8% e il 18%.
Paesi emergenti, triplo colpo
I Paesi emergenti subiscono un triplo colpo dal Super dollaro. Svalutazione a precipizio delle valute di casa. Il Peso delle Filippine sotto 57 contro il dollaro. Il Korean Won ai minimi da 13 anni. La Rupia dello Sri Lanka e il Peso argentino oltre il 20%. La Lira turca vale il 26% in meno rispetto a gennaio. 36 valute hanno perso da gennaio oltre il 10% sul dollaro. Da inizio anno, le riserve, la ricchezza di cassa bruciate dal Superdollaro arrivano a 379 miliardi, dice l’americana Bloomberg.
Secondo “effetto collaterale”
Aumento effettivo del già corposo debito dei Paesi emergenti che hanno contratti in dollari. Difficile ripagare gli interessi sul debito. Esemplare il caso Sri Lanka che ad aprile ha annunciato il fallimento su un debito estero di oltre 50 miliardi di dollari. Entro fine anno i Paesi emergenti dovranno rimborsare debiti in scadenza per 5.500 miliardi di dollari, di cui quasi mille in valuta straniera.
Terzo effetto, fuga di capitali
Man mano che il dollaro si rafforza, i grandi investitori lo inseguono. «La scorsa settimana –segnala Vito Lops- i fondi globali hanno venduto 436 milioni di dollari di che si aggiungono ai 2,4 miliardi della settimana precedente. Il mercato di Taiwan è quello che ha subito la maggiore pressione in vendita per 41 miliardi di dollari».
Inflazione fuori controllo
Corsa al dollaro come rifugio tra inflazione fuori controllo e rallentamento economico con molti Paesi prossimi alla recessione. L’Eurotower rivede al rialzo le stime per l’inflazione, che si teme raggiungerà circa l’8,1% nel 2022, il 5,5% nel 2023 e il 2,3% nel 2024.
Titoli di Stato Usa attraenti ma pericolosi
I titoli di Stato statunitensi offrono un interesse del 3,5% dalla scadenza a due anni. E per tutti gli altri Stati importare le materie prime costa di più perché sono quotate in dollari. Quindi, ogni volta che Fed alza i tassi, le altre aree economiche importano inflazione. «Un circolo vizioso che sta costringendo molte altre banche centrali a rialzare i tassi, in contrasto col rallentamento dell’economia». E dell’occupazione, per un accenno di sociale tra tanta finanza.
Il cane che si morde la coda
L’America fa il suo, l’Europa insegue, alla prese con due guerre in contemporanea: la prima, valutaria, a inseguire la Fed sui tassi per difendere l’euro. La seconda di natura energetica. Lo scontro Russia-Ucraina che è diventato anche una scontro tra Putin e l’Europa, con continue sanzioni e contro-minacce che hanno portato il prezzo del gas e dell’energia alle stelle.
“È questa e la causa principale dell’inflazione quasi a doppia cifra che sta travolgendo l’Europa è anche la guerra socialmente più percepita da tutti noi alle prese con bollette e mutui più salati da pagare”.
Articolo di Ennio Remondino, dalla Redazione di
13 Settembre 2022