Repubblica: gli amici di Putin

REPUBBLICA E IL SILENZIO ELETTORALE

DI ANTONELLO TOMANELLI

REDAZIONE

 

Che il quotidiano La Repubblica avesse da tempo incominciato una irrefrenabile discesa tra i gusti dei lettori, lo si era capito da un po’. Ma con la prima pagina di ieri si è autocondannata ad ovviare ai vuoti di memoria che non di rado ci colgono quando siamo al supermercato. In barba all’art. 9 della Legge 4 aprile 1956 n. 212, ieri Repubblica ha aperto la prima pagina intitolando a caratteri cubitali «non votate gli amici di Putin».

Forse solo gli increduli avranno notato l’occhiello a carattere due stampato sopra il gigantesco titolo, che mormorava: «Zelensky agli italiani». Come se qualcuno potesse percepire che ad invitare a votare contro coloro che in questi mesi sono stati bollati come amici del presidente russo, non fosse La Repubblica, ma davvero Volodymyr Zelensky.

L’art. 9 citato stabilisce che «Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda». Propaganda più diretta di questa, fatta da uno stampatone come Repubblica, è in effetti difficile da immaginare.

Ma cosa volete che importi a Repubblica, tanto la legge punisce la violazione del silenzio elettorale con una “sanzionuccia” da € 102 a € 1.032, sanzioni che generalmente vengono applicate nel loro minimo o poco più.

Spettacolare il fatto che in questi ultimi giorni, obbedendo puntualmente al suo irrinunciabile obbligo informativo, sulla home page di Repubblica è sempre stato reperibile un articolo che parla proprio del silenzio elettorale, con tanto di rimando a leggi e sanzioni.

Repubblica è diventata così, con al timone un grandissimo giornalista come Molinari. Che evidentemente non si chiede quanto potrebbe essere credibile, anche solo nei necrologi, un quotidiano che mette un simile titolo a prima pagina, per giunta violando la legge che impone il silenzio elettorale.