DI DOMENICO TIZIANI
No, io vi dico che il risultato disastroso del Pd, ai minimi storici, con meno consensi del Pd renziano se si considera che in queste elezioni la lista comprendeva anche Art.1 , Demos e qualche altro cespuglietto, non è responsabilità di Letta, protagonista di una campagna elettorale che Tafazzi scansati, ma di tutto il gruppo dirigente che è passato da Renzi a Draghi, sul quale si è tranquillamente sdraiato non capendo che , al di là dei confini delle ZTL, dei giornaloni come Repubblica, Corriere, Stampa, dai cittadini che stentano ad andare avanti è visto come quello che ci ha portato in una guerra, avversata dalla maggior parte degli italiani, che ci ha regalato un’ulteriore diminuzione del potere d’acquisto dei ceti medio-bassi, quello delle bollette stratosferiche.
Hanno scelto l’establishment e hanno avuto i voti dell’establishment non quelli del 90% degli italiani che stentano ad arrivare a fine mese che non sono andati a votare o che hanno votato chi da Draghi ha preso le distanze.
Ora assisteremo allo psicodramma di quel partito senza che riescano a capire che è il progetto politico del Pd che è fallito senza possibilità d’appello.
Evito, per carità di patria, il giudizio su Art.1, oramai ridotto a una sigla vuota, destinato a confluire in un progetto politico , quello del Pd, fallimentare mi interessa invece sapere cosa accadrà nell’area progressista e di sinistra perché siamo già oltre il 25 settembre e siamo al “costruir su macerie e mantenerci vivi”.