IL MASSACRO DEL CIRCEO 29 SETTEMBRE 1975

DI CLAUDIA SABA

 

La vicenda è di quelle che non si dimenticano.

Rosaria Lopez, 19 anni.
Donatella, 17.
Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira le incontrano in un bar dell’Eur.
Sono tre neofascisti della Roma bene.
Le invitano ad una festa al Circeo.
Donatella e Rosaria accettano.
Da quel momento inizia il loro incubo.
Violenze, sevizie, umiliazioni di ogni genere.
Disprezzo.
Due giorni al freddo, nude, chiuse in un bagno.
Poi la Morte.
Rosaria viene affogata nella vasca.
Donatella subisce ore e ore di violenze da Izzo, Ghira e Guido.
Poi si finge morta.
I tre, le avvolgono in sacchi di plastica che caricano nel cofano della macchina e poi le lasciano sotto casa di Guidi.
Parcheggiano l’auto e vanno al ristorante, come se nulla fosse accaduto.
Donatella, l’unica sopravvissuta, li sente andare via.
Respira.
È viva.
Inizia a gemere.
Un vigile la sente.
Apre il portabagagli.
Donatella è lì, spaventata ma salva.
Tina Lagostena Bassi la difenderà al processo.
La sentenza di primo grado arriva il 29 luglio 1976.
Ergastolo per Gianni Guido e Angelo Izzo, in contumacia per Andrea Ghira, latitante.
Nessuna attenuante.
La sentenza verrà modificata in appello nel 1980 per Gianni Guido.
Ridotta a trent’anni dopo il pentimento e il risarcimento della vittima.
Gianni Guido evade dal carcere di San Giminiano nel 1981z
Fugge a Buenos Aires, dove verrà arrestato due anni dopo.
In attesa dell’estradizione riesce ancora a fuggire.
Nel 1994 verrà catturato a Panama.
Estradato in Italia nel 2008 sconta 14 anni a Rebibbia.
Affidato ai servizi sociali, il 25 agosto del 2009 usufruisce dell’indulto.
La sua pena è finita.
Da ergastolo a 30 anni.
Ne ha scontati solo ventidue.
Ghira si arruola nella legione straniera spagnola.
Cambia il suo nome in Massimo Testa de Andrés e muore nel 1994 per overdose.
Izzo ottiene la semilibertà nel dicembre 2004.
Il 28 aprile 2005
uccide ancora due donne,
Maria Carmela e Valentina Maiorano.
E’ di nuovo condannato all’ergastolo.
Il coraggio di Donatella, la sua sofferenza, la sua lotta, sono il simbolo della forza di una donna che non si è mai arresa.
Nemmeno davanti al delirio di una violenza che va oltre la comprensione di ogni essere umano.