Il Bundestag

ARMI ALL’UCRAINA: LEZIONI DI DIGNITA’ DA BERLINO

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

 

Bisogna chiedere aiuto a Google per rintracciare la notizia che arriva da Berlino. Ma finora soltanto i siti streetweb, l’antidiplomatico e il farodiroma la riportano. Il che è tutto dire. Benché si tratti di una notizia che ha del clamoroso. 476 deputati del Bundestag contro 179 hanno bocciato la proposta di inviare armi pesanti in Ucraina. Eppure, fino a pochi giorni fa tirava tutt’altra aria a Berlino, con Sholtz assediato non solo dall’esterno, CDU in testa, ma anche da Verdi e Liberaldemocratici, ovvero i suoi alleati, fino ad arrivare ad alcuni elementi della stessa compagine governativa.

Evidentemente il botto sottomarino dell’altro giorno al largo delle coste danesi deve avere irritato non poco i tedeschi, già inviperiti per un’inflazione ormai all’11% e con la previsione di un calo del PIL dello 0,4% per il 2023. Nord Stream è stato tanto fortemente voluto da Germania e Russia quanto palesemente osteggiato dagli USA. E sentirsi raccontare con la faccia seria che sono stati i sommozzatori russi a far saltare il gasdotto con un quintale di tritolo per raffreddare le case e bloccare le imprese tedesche, ai parlamentari del Bundestag deve essere apparso eccessivo.

Con questa decisione la Germania rinnega la posizione assunta proprio al vertice Nato di Ramstein del 26 aprile scorso, in cui si era impegnata ad inviare in Ucraina i sofisticati carri armati Leopard insieme ai blindati antiaerei Gepard, che avrebbero certamente dato parecchio filo da torcere all’esercito russo.

Pare proprio che la Germania si stia smarcando dal guerrafondaismo che impera in Europa. Certamente il sabotaggio al Nord Stream è apparso agli occhi del popolo tedesco come un atto di terrorismo internazionale, fatto proprio per colpire principalmente i suoi interessi, e che un voto a favore dell’invio di armi pesanti in Ucraina avrebbe finito per avallare, arrivando così a fare proprio il gioco dei bombaroli subacquei.

Anche la decisione della Germania di utilizzare 200 miliardi di Euro per calmierare il prezzo del gas segna la volontà di non seguire i diktat della UE, che sulla questione sta evidentemente temporeggiando, sebbene pressata da più Stati.

Ma se la Germania cambia rotta facendo marcia indietro un po’ su tutto, dagli aiuti militari a Kiev alla lotta contro il caro energia, che farà la Von Der Leyen? Parlerà di nazionalismo tedesco e della Germania come un Paese ormai contaminato dai venti sovranisti provenienti dall’Ungheria? Manderà al Bundeskanzleramt di Berlino una notifica di procedura di infrazione?

Se i deputati del Bundestag hanno radicalmente mutato una posizione che fino alla vigilia del sabotaggio al Nord Stream era più che consolidata, significa che non hanno esitato ad interpretare nel proprio elettorato lo sdegno per il sabotaggio del Nord Stream. E allora lode a quei rappresentanti del popolo, le cui dignità evidentemente non sono facili da sotterrare.